Africa: pandemia costa tra 7 e 10 miliardi alle compagnie aeree

di Enrico Casale
air algerie

Le compagnie aeree africane hanno perso nel 2020, a causa della pandemia, 10,21 miliardi di dollari secondo l’African Airlines Association (Afraa), che ha sede a Nairobi, in Kenya. Secondo l’International Air Transport Association (Iata), la perdita è un po’ meno elevata ma sempre molto significativa, e ammonta a 7,7 miliardi di dollari.

Dovremo aspettare fino al 2023 o 2024 per un miglioramento della situazione nel settore dell’aviazione e trovare le cifre per il 2019, ha affermato Kamil Alawadi, vicepresidente regionale della Iata per l’Africa e il Medio Oriente, durante una conferenza stampa virtuale sulla pandemia di Covid-19 organizzata dall’Ufficio regionale dell’Organizzazione della Sanità (Oms) per l’Africa.

Secondo Alawadi, non è opportuno puntare sulla vaccinazione come prerequisito per i viaggi internazionali, perché non è concepibile autorizzare a viaggiare solo le persone vaccinate, ha affermato. Intanto, sette milioni di dipendenti delle compagnie aeree hanno sofferto a causa del fallimento di otto compagnie aeree in Africa, ha precisato il rappresentate della Iata.

Anticipando una perdita totale di 10,21 miliardi di dollari, l’Afraa riferisce di un calo del 63,7% del traffico passeggeri in Africa con un numero di passeggeri trasportati dalle compagnie africane sceso da 95 milioni nel 2019 a soli 34,7 milioni nel 2020.

Nel 2020, secondo l’Afraa, il Nord Africa è stata la prima regione per volume di passeggeri, rappresentando il 36,6% del traffico africano totale, seguito dall’Africa orientale con una quota del 22,2%. Johannesburg e Il Cairo sono stati gli aeroporti più trafficati dell’Africa nel 2020. In termini di volume di merci, l’aeroporto internazionale Jomo Kenyatta di Nairobi è stato il primo, con oltre 330.000 tonnellate di merci movimentate, seguito dall’aeroporto del Cairo con 280.000 tonnellate.

L’Afraa sottolinea la necessità per i Paesi africani di sviluppare la propria connettività per compensare il calo dei collegamenti aerei con altri continenti. “La connettività intra-africana rimane debole. Le compagnie aeree africane dovrebbero cogliere l’opportunità di sviluppare la loro rete intra-africana, soprattutto in un momento in cui l’Unione europea ha limitato i viaggi in Europa”, ha affermato l’associazione.

Secondo un editoriale della testata specializzata Air Journal, nei prossimi due decenni, il traffico globale dovrebbe quasi raddoppiare, da 4,5 miliardi di passeggeri nel 2019 a quasi 8,5 miliardi nel 2039, secondo le previsioni Iata. Si tratta di un miliardo in meno rispetto alle previsioni precedenti alla crisi.

I produttori di aerei, che lo scorso anno hanno drasticamente ridotto la loro produzione di aerei a fronte della domanda fiacca delle compagnie aeree finanziariamente esauste, stanno quindi tornando a funzionare. Airbus ha affermato che si stava preparando a produrre 64 aeromobili a corridoio singolo A320 al mese nel 2023, più di quanti ne abbia mai assemblati. Il produttore europeo prevede addirittura fino a 75 aerei mensili entro il 2025. Boeing, dal canto suo, prevede la necessità di 43.110 nuovi aeromobili entro il 2039, per lo più di medio raggio, e un virtuale raddoppio del numero di aeromobili. L’Asia dovrebbe assorbire il 40% di questa domanda.

Sebbene le flotte di aeromobili più grandi si trovino storicamente in Nord America ed Europa, i maggiori aumenti nel prossimo decennio sono previsti nei paesi in via di sviluppo, in particolare nell’Asia-Pacifico. Airbus ha già consegnato il 19% dei suoi aerei prodotti nel 2020 alla Cina, più che agli Stati Uniti, ed è improbabile che questa tendenza venga invertita, scrive ancora Air Journal.

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