“Affaire Sonko”, le accuse ci sono ma nessuno ci crede

di Stefania Ragusa

“Se dovessimo rimanere gli ultimi avversari di Macky Sall, siamo pronti” aveva dichiarato poche settimane fa alla stampa Ousmane Sonko, fondatore e leader del partito Pastef e considerato l’unico rivale in grado di impensierire Macky Sall. Ma le cronache di questi giorni hanno tratteggiato uno scenario inaspettato. Sonko, infatti, è stato accusato di stupro e tentato omicidio da una giovane donna impiegata in un centro massaggi di Dakar. Ha ricevuto una convocazione dalla gendarmerie di Coloban per questa mattina ma, in accordo con gli avvocati, ha deciso di non presentarsi perché la procedura di convocazione nei suoi confronti non sarebbe stata corretta. Un suo eventuale arresto prevede la revoca dell’immunità parlamentare. Cosa che potrebbe essere disposta già oggi.

La denuncia è stata presentata da A. S., 20 anni, il 2 febbraio. La notizia è stata accolta con stupore e incredulità in tutto il Paese e anche tra i senegalesi della diaspora. Molti pensano che si tratti di un complotto, anche perché la ricostruzione del presunto stupro, emersa dalla denuncia che alcuni media hanno potuto visionare, presenta molti elementi poco credibili. Sulla pagina facebook del parlamentare ci sono migliaia di messaggi di solidarietà e tutto intorno a casa sua, alla faccia degli assembramenti, si è radunata una folla di sostenitori. La testata locale Seneweb dà notizia di una manfestazione a favore di Sonko che la diaspora parigina starebbe organizzando per oggi pomeriggio. Mame Diarra Fam, parlamentare del Pastef residente per molti anni in Italia, gli scrive: “Sappi che questa battaglia sarà nostra. Sì, come madre ma come politica, collega preoccupata per un Senegal senza liquidazione di oppositori politici!”. Anche da parte di non sostenitori di Sonko emerge una certa incredulità: “Non è un santo nemmeno lui, ma non è certo così stupido da fare una cosa come questa”, osserva un senegalese residente in Italia. “Per la stessa ragione Non credo neanche però che possa essere stato Macky Sall a organizzare tutto. È troppo furbo per fare una cosa simile. Magari è stato qualcuno che voleva compiacerlo”.

Sonko, invece, accusa proprio il presidente. Ieri sera ha convocato una conferenza stampa on line, chiarendo la sua posizione e accusando Macky Sall di essere il regista di questo complotto. Ha ammesso di essersi recato diverse volte al centro massaggi Sweet Beauté per motivi medici e che i massaggi a cui si sottoponeva erano di tipo terapeutico. Ha negato di essersi mai trovato solo con le massaggiatrici e ha espresso solidarietà alla titolare del centro massaggi che, dopo essersi dissociata dalla posizione della sua dipendente, sarebbe stata arrestata.
A proposito della mancata presentazione alla gendarmerie ha detto: “ho ricevuto la denuncia, e dopo esserci consultati con gli avvocati abbiamo deciso di non ottemperare alla citazione. Non voglio scorciatoie. Non ho detto che non sarei mai andato in tribunale. Non oserei mai una cosa del genere. Sono cittadino senegalese, ma le leggi sono fatte per essere rispettate. Quando una procedura è prevista, va rispettata. Non si può convocare un deputato durante un mandato senza richiedere il parere dell’Assemblea nazionale per la revoca dell’immunità parlamentare. Possono farlo in 24 o 48 ore perché hanno i numeri per riuscirci. Ma voglio che la procedura venga rispettata ”.
Ha detto anche di essere certo che dietro il suo caso ci sia una mano politica. “Questo è un complotto politico orchestrato dallo stesso Macky Sall, ma nessun sotterfugio legale riuscirà a farcela, combatteremo su tutti i fronti ”. Il presidente della Repubblica non ha rilasciato dichiarazioni.

(Stefania Ragusa)

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