23/08/14 – R.D. Congo – Operazioni contro i gruppi di guerriglia. Pesanti conseguenze umanitarie

di AFRICA

 

Le operazioni delle forze armate congolesi, appoggiate dai Caschi Blu della Missione ONU nella Repubblica Democratica del Congo (MONUC), contro i gruppi ribelli che operano nell’est del Paese, stanno avendo pesanti conseguenze sulle popolazioni delle zone interessate dai combattimenti.

Secondo una nota inviata all’Agenzia Fides dall’Ufficio ONU per il coordinamento degli Affari Umanitari, più di 20.000 persone sono sfollate nell’area di Balobe, Territorio di Bafwesende, Distretto di Tshopo, nella Provincia Orientale, da quando a metà aprile l’esercito ha intrapreso un’azione militare contro la milizia del “maggiore” Luc Yabili, uno dei diversi gruppi armati che contribuiscono a creare il caos in ampie zone della RDC per poter sfruttare a proprio favore le immense risorse naturali nazionali.

Nel Nord Kivu l’esercito congolese è impegnato per smantellare la milizia Mayi-Mayi Tcheka e le Forze Democratiche di Liberazione del Rwanda (FDLR movimento nato originariamente con i resti le milizia hutu rwandesi responsabili dei massacri del 1994 rifugiatisi nell’allora Zaire) mentre nel Sud Kivu è in atto un’offensiva contro il Fronte Nazionale di Liberazione (FNL) di origine burundese. Secondo la stampa congolese, gli scontri tra l’esercito e i guerriglieri dell’FNL, iniziati il 21 agosto, sono concentrati nelle aree di Kazimwe, Kisanga e Muhungu, la cui popolazione è in fuga verso Kiliba e Kahwuzi.

Per quanto riguarda l’FDLR nonostante che sia stata avviata l’operazione di disarmo e smobilitazione dei suoi combattenti, la società civile di Lubero ha accusato il 4 agosto le FDLR di aver ferito, a colpi di machete, nel corso delle ultime due settimane, dieci persone, nella zona di Magelegele, a circa 200 km a ovest di Butembo (Nord Kivu). Il presidente della società civile di Lubero, Joseph Malikidogo, ha inoltre accusato le FDLR di costringere la popolazione a lavori forzati, ed ha dichiarato di dubitare sull’esito finale del processo di disarmo volontario delle FDLR, perché esse continuano a commettere troppe atrocità contro la popolazione civile. Lo scorso giugno, anche la MONUSCO aveva espresso la sua preoccupazione per le violazioni dei diritti umani commesse dall’FDLR a Walikale, Lubero e Rutshuru, sempre nel Nord Kivu, compresi arresti arbitrari, furti di prodotti agricoli, minacce di morte, incendi di villaggi e torture fisiche. (L.M.) – Ag. Fides

 

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