23/05/14 – Centrafrica – Paura a Bambari, armati i giovani musulmani

di AFRICA

 

“Nelle ultime 48 la tensione è salita alle stelle. La Seleka ha armato i giovani musulmani, strumentalizzandoli per protestare contro la presenza di soldati stranieri. Centinaia di persone hanno già trovato rifugio nelle parrocchie. La città è ormai tagliata in due e viviamo nell’incertezza”: lo riferisce alla MISNA padre Firmin Gbagoua, vicario generale di Bambari, una città a 385 chilometri da Bangui.

In realtà la situazione si sta deteriorando da circa tre settimane nella regione della Ouaka (centro-est), in seguito a voci insistenti sull’avanzata delle milizie di autodifesa Anti-Balaka. “Così – sottolinea padre Firmin – i Seleka hanno ripreso ad attaccare e distruggere interi villaggi sospettati di collaborare col nemico. Poi hanno insediato a Bambari la sede del proprio stato-maggiore generale, alimentando ulteriori tensioni sia con i francesi della forza Sangaris che con il governo centrale”.

Una mossa politico-militare valsa dure critiche agli uomini della coalizione ribelle, sulla carta sciolta dall’ex presidente di transizione Michel Djotodia, destituito a gennaio. Governo e parlamento hanno accusato la Seleka di “tentare di dividere il Centrafrica a favore di estremisti sconosciuti” ha detto ieri Alexandre Ferdinand Nguendet, presidente del Consiglio nazionale di transizione (Cnt).

Anche l’ambasciatore francese a Bangui ha condannato le nuove azioni del gruppo ribelle a maggioranza musulmana. “E’ inaccettabile la creazione di una struttura militare parallela. Solo le forze regolari, autorizzate dall’Onu, possono portare armi” ha sottolineato Charles Malinas, chiedendo alla Seleka di trasformarsi in forza politica e di aderire al processo di disarmo. Ieri i soldati di Sangaris si sono posizionati attorno allo stato-maggiore della Seleka, provocando una reazione violenta dei ribelli ma anche della popolazione musulmana. Gruppi di giovani hanno lanciato pietre sulla forza francese e sono stati esplosi colpi d’arma da fuoco. Barricate, proteste e copertoni incendiati hanno costretto 1500 civili impauriti a rifugiarsi presso la cattedrale San Giuseppe mentre altre centinaia di persone hanno raggiunto la parrocchia Saint Christophe.

“Di fatto – dice padre Firmin – non si può accedere ai quartieri che si trovano sull’altra sponda della riva del fiume. La città è divisa e le due comunità si guardano l’un l’altra con ostilità. E dire che qui abbiamo sempre coabitato in modo pacifico. Purtroppo la popolazione musulmana è caduta nella trappola della Seleka opponendo resistenza anche alla Misca (missione africana in Centrafrica) e questo ci fa paura”. Il presidente della gioventù islamica ha riferito che negli ultimi disordini sono morti due civili e altri quattro sono stati feriti. – Misna

 

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