20/12/13 – Sud Sudan – La presa di Bor, ultimo colpo di Peter Gadet il ribelle

di AFRICA

 

“Peter Gadet resta un punto interrogativo o, quantomeno, un personaggio del quale è difficile prevedere le mosse”: Emile Lebrun, esperto del centro studi Small Arms Survey, descrive così alla MISNA il comandante ribelle che da mercoledì controlla una delle principali città del Sud Sudan.

La caduta di Bor, il capoluogo della regione di Jonglei, è uno dei fatti più significativi dall’inizio della crisi che sta contrapponendo reparti dell’esercito fedeli al presidente Salva Kiir e unità combattenti che sostengono il suo ex vice Riek Machar. Uno scontro di potere interno del partito di governo, il Movimento popolare di liberazione del Sudan (Splm), che rischia però di offrire opportunità a comandanti e capi milizie vecchi e nuovi.

Uno di questi, spiegano alla MISNA, è Gadet. Secondo Jonah Leff, un altro esperto di Small Arms Survey, “questo comandante potrebbe essere in grado di assumere la guida dell’Armata bianca, una forza composta per lo più da Nuer, responsabile sin dai tempi della guerra civile di attacchi ai danni delle comunità Murle”. Alla MISNA Leff dice anche che, potenzialmente, “l’Armata bianca è in grado di mobilitare fino a 10.000 combattenti”. Dalla sua, poi, Gadet avrebbe parte dell’ottava divisione dell’esercito; unità, anche in questo caso, Nuer come lui e come Machar.

Per la prima volta Gadet aveva preso le armi contro il presidente Salva Kiir e il suo governo nel marzo 2011. L’11 aprile di quello stesso anno, a nome del suo Movimento di liberazione del Sud Sudan (Sslm, nell’acronimo inglese), aveva firmato la Dichiarazione di Mayom: un documento nel quale criticava la direzione dell’Splm denunciando un’egemonia politica della comunità Dinka e chiedendo la nascita di un governo di coalizione “democratico” e frutto di un’alleanza ampia. Quel testo gli era valso amicizie nuove e influenti, in particolare con alcuni capi ribelli Nuer attivi nella regione petrolifera di Unity. “Uno di questi – sottolinea Lebrun – è James Gai Yoach, oggi a Khartoum, capace di mobilitare uomini anche nell’Upper Nile e in altre regioni al confine tra i due Sudan”.

Dopo mesi di scontri, però, le cose erano cambiate. Gadet aveva approfittato di un’offerta di amnistia di Kiir ed era divenuto ufficiale dell’esercito garantendo rendite di posizione e privilegi anche ai suoi compagni. La sua ascesa era proseguita nel 2012, quando era stato scelto per coordinare la campagna di disarmo delle comunità Nuer e Murle in lotta tra loro a Jonglei. Un impegno, questo, culminato nel marzo scorso nell’assegnazione di un incarico di rilievo ancora maggiore: la direzione dell’offensiva militare contro David Yau Yau, un capo ribelle Murle dal 2012 alla guida dell’Esercito per la difesa del Sud Sudan (Ssda). Poi l’ultimo colpo di scena, questa settimana, con la caduta di Bor e il sostegno a Machar. – Misna

 

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