12/05/14 – Africa – Immigrazione: abbandonati da trafficanti, il Sahara fa strage

di AFRICA

 

Il Sahara ha fatto una nuova strage di migranti, fermandoli a poche centinaia di chilometri dalla loro meta: la città di Tamanrasset, nell’Algeria meridionale, destinazione di migliaia di profughi provenienti dai poverissimi e travagliati Paesi dell’Africa centrale. Una quindicina di cadaveri di nigerini sono stati trovati dalle forze di sicurezza algerine in pieno deserto, ad una ventina di chilometri da In-Guezzam. Ma, per la stampa locale, il bilancio della tragica traversata dell’oceano di sabbia sarebbe molto più pesante, almeno stando a quanto la polizia nigerina ha riferito ai colleghi algerini, che ora sono impegnati in vaste ricerche per trovare almeno altri 35 irregolari la cui sorte sarebbe già drammaticamente segnata.

La notizia giunge nel giorno di una nuova strage di migranti nel Mediterraneo, a circa 100 miglia da Lampedusa, dove un barcone carico di migranti è naufragato  provocando la morte di almeno dieci persone secondo i soccorritori, ma almeno 40 secondo il Centro Astalli. Sul posto sono intervenute a la Guardia costiera,  oltre ai mezzi della Marina Militare e delle Capitanerie di Porto impegnate nell’operazione Mare Nostrum. anche alcuni mercantili che sono stati dirottati in zona per le operazioni di soccorso. Circa duecento i migranti salvati.

La Commissione Ue è “scioccata” dalla “nuova tragedia” tra Lampedusa e Libia, ringrazia le autorità italiane e chiede a “tutti gli Stati membri di dimostrare solidarietà”, e di “discutere nel prossimo Consiglio Interni come si può contribuire ad affrontare le sfide nel Mediterraneo”: così il commissario Cecilia Malmstrom. Anche il presidente del Parlamento Ue Martin Schulz si è detto scioccato dall’ennesima tragedia al largo delle coste di Lampedusa”. “L’Europa deve urgentemente prendersi le sue responsabilità – ha detto ancora il candidato socialista alla presidenza della Commissione Ue – per mettere fine a questa catastrofe. Non possiamo continuare a girarci dall’altro lato lasciando l’Italia, la Spagna, la Grecia o Malta affrontare da sole queste situazioni drammatiche”.

Per quanto riguarda la strage in Algeria, in questi giorni le temperature diurne nel Sahara algerino toccano i 50 gradi e i migranti, privi di acqua e cibo, non hanno avuto scampo. Questo in base agli elementi in mano alle forze di sicurezza di Algeri, che continuano a cercare il punto del deserto che si è trasformato in un cimitero di sabbia a cielo aperto.

Le indagini hanno imboccato inequivocabilmente la strada che lega questa ennesima tragedia ad un comportamento purtroppo sempre più frequente dei ‘passeur’, che abbandonano i loro ”clienti” a poche decine di chilometri da una possibile meta, così da poter rientrare nelle basi di partenza ed evitare di essere intercettati ed arrestati. In Algeria anche solo il tentativo di espatrio clandestino è un reato punito con estremo rigore e le pene previste per gli organizzatori o per la manovalanza del traffico di esseri umani sono molto pesanti. I clandestini vengono ‘reclutati’ sulla base della disponibilità economica a pagare il viaggio e, quindi, portati alla spicciolata in località sicure da dove i camion dei passeur partono per il deserto, da attraversare per raggiungere l’Algeria o la Libia. Ma purtroppo oramai spesso i trafficanti, quando mancano pochi chilometri ad una città, abbandonano i clandestini con la scusa che uno dei camion è in panne e che loro devono andare in città per trovare un pezzo di ricambio.

Così gli ‘scafisti del deserto’ salgono tutti su un camion, lasciando gli altri automezzi ormai inutilizzabili (sono loro stessi a renderli tali) e con pochissime scorte di acqua e viveri. In questo modo per gli immigrati non c’è scampo. (ANSAmed).

 

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