05/10/13 – Somalia – Raid militare straniero a Barawe contro militanti

di AFRICA

 

Attacco militare straniero nella città di Barawe, nel sud della Somalia. A darne conferma sono varie fonti, sia residenti, sia funzionari governativi. Un cittadino locale, rimasto anonimo, fa sapere via telefono di aver sentito colpi di arma da fuoco che hanno svegliato la popolazione prima della preghiera dell’alba. Un combattente di al-Shabab, Abu Mohamed, riferisce invece che soldati “stranieri” hanno attaccato una casa di due piani vicino alla spiaggia di Barawe e che i militanti sono giunti sul posto per catturare un soldato straniero, ma senza successo. All’interno dell’edificio, aggiunge, vivevano combattenti a loro volta stranieri. Al-Shabab ha un’alleanza formale con al-Qaeda e al suo interno operano centinaia di combattenti provenienti dall’estero.

La conferma dell’attacco arriva anche da un funzionario dell’intelligence somala, il quale spiega che a condurre l’azione sono stati militari non somali e che gli obiettivi erano stranieri di “alto profilo” che vivevano nella casa. Secondo un fonte di intelligence straniera, rimasta anonima, dietro il raid è probabile che ci siano le forze armate di Usa o Francia. I militari stranieri hanno condotto diversi attacchi negli ultimi anni in Somalia, contro i combattenti di al-Shabab o legati ad al-Qaeda. Nel settembre del 2009 un commando dei Navy Seal condusse un attacco in pieno giorno a Barawe uccidendo sei persone, tra cui Saleh Ali Saleh Nabhan, una delle figure più ricercate di al-Qaeda nella regione, sospettato di aver organizzato gli attentati del 1998 alle ambasciate Usa di Kenya e Tanzania, in cui morirono oltre 250 persone.

In seguito all’attacco, racconta un altro residente di Barawe, Mohamed Bile, i militanti locali hanno isolato la città e limitato tutti i traffici e i movimenti. I militanti stanno inoltre conducendo ricerche casa per casa, forse per trovare prove dell’esistenza di una spia. “Ci siamo svegliati e abbiamo trovato che i combattenti di al-Shabab avevano isolato l’area. Anche gli ospedali erano inaccessibili. In città c’è un clima teso”, spiega Bile ad Associated Press. – LaPresse/AP

 

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