05/08/13 – Zimbabwe – Tensioni e accuse dopo vittoria Mugabe, appello delle Chiese

di AFRICA

“Portare la pace nei cuori e non lasciarsi consumare dall’amarezza e dall’odio, messaggeri di violenze”: è l’appello diffuso dai vertici della Chiesa cattolica dello Zimbabwe all’indomani della annunciata vittoria dello Zanu-Pf del presidente Robert Mugabe, alle contestate elezioni tenutesi nel paese il 31 luglio.

In base ai risultati ufficiali diffusi ieri dalle autorità di Harare, l’89enne presidente e il suo partito al potere dal 1987, hanno raccolto il 60,87% dei voti assicurandosi 158 dei 210 seggi dell’Assemblea nazionale. Una maggioranza schiacciante che consentirà al partito di procedere con una riforma della Costituzione.

Lo sfidante Morgan Tsvangirai, primo ministro del governo di coalizione e leader del Movimento per il cambiamento democratico (Mdc) che secondo la Commissione elettorale si è fermato al 34% delle preferenze (49 seggi), ha rigettato i risultati e annunciato che non riconoscerà il nuovo esecutivo. “Nel paese c’è un lutto nazionale. Andremo dai giudici – ha detto – abbiamo le prove della vittoria”.

Le procedure di voto, tuttavia, sono state giudicate valide da diversi gruppi di osservatori tra cui quelli inviati dalla Commissione Episcopale “Giustizia e Pace” dello Zimbabwe e dell’Inter-Regional Meeting of Bishops of Southern Africa (Imbisa). Le due organizzazioni della Chiesa cattolica hanno espresso apprezzamento sul fatto che è stato permesso a coloro che erano ancora in coda al seggio elettorale di votare anche dopo la chiusura delle operazioni di voto.

In un clima di tensione crescente nel paese – nelle ultime ore i sostenitori di Tsvangirai hanno denunciato attacchi ad alcune sedi del partito ad Harare – sono giunte le congratulazioni del presidente sudafricano Jacob Zuma al vincitore delle elezioni. Perplessità sono state espresse invece dall’Unione Europea e altri attori internazionali, che guardano con preoccupazione alla stabilità del paese e al ripetersi di violenze simili a quelle seguite all’ultimo appuntamento con le urne, nel 2009. – Misna

 

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