03/06/13 – Internazionale – Prime firme per il trattato sulle armi

di AFRICA

 

Sono una sessantina i paesi che hanno cominciato ad apporre oggi nella sede delle Nazioni Unite la loro firma in calce al primo trattato sul commercio internazionale delle armi convenzionali (Att nell’acronimo inglese), approvato dall’Assemblea generale ad aprile, anche grazie al decisivo contributo di Africa e America Latina.

La sottoscrizione del patto che mira a controllare un giro d’affari di 85 miliardi di dollari l’anno, è il primo passo del lungo processo di ‘via libera’ che necessiterà anche della ratifica dei parlamenti degli Stati firmatari. “Può essere che non sia un trattato perfetto come molti accordi multilaterali, ma è senza dubbio solido” ha dichiarato all’apertura della cerimonia l’alta rappresentante dell’Onu per il disarmo, Angela Kane, presente insieme al presidente della Conferenza finale sul trattato, Peter Woolcott, e alla vice presidente del Comitato internazionale della Croce Rossa, Christine Beerli.

Per Woolcott, “il trattato contribuirà allo sviluppo e alla pace e alla sicurezza regionale e internazionale” sebbene – ha notato – la sua efficacia “dipenderà da come lo applicheranno gli Stati, la società civile, l’industria”.

Nonostante “non perfetto” il trattato merita la firma, poiché “chiaramente proibisce il commercio di armi laddove accadono crimini di guerra” ha sottolineato, in rappresentanza della società civile, Anna McDonald, di Intermon Oxfam.

Dopo sei anni di trattative diplomatiche e oltre un decennio di campagna da parte della società civile, l’Att è stato approvato il 2 aprile: i paesi firmatari si impegnano ad impedire che le armi convenzionali siano trasferite in paesi colpiti da embargo o in cui si verifichino atti di genocidio, crimini contro l’umanità e crimini di guerra. Prevede che siano i paesi stessi a valutare se le armi che intendono trasferire corrano il rischio di essere utilizzate per “violazioni gravi” o finire nelle mani della criminalità organizzata. – Misna

 

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