Zimbabwe – Arresti tra oppositori e sindacalisti. La repressione si inasprisce.

di AFRICA

Le autorità zimbabwane ieri hanno arrestato e interrogato Amos Chibaya, deputato e segretario organizzativo del Movimento per il cambiamento democratico (Mdc), il principale partito d’opposizione all’opposizione, con l’accusa di aver infranto il divieto di protesta imposto dalla polizia.

La scorsa settimana la polizia ha disperso violentemente i manifestanti che si erano radunati nella capitale Harare per protestare contro la corruzione e la mala gestione del governo di Emmerson Mnangagwa e contro la crisi economica non rispettando il divieto del governo e nemmeno l’Mdc che aveva deciso di annullare ogni manifestazione per evitare spargimenti di sangue inutili. Simili proteste dell’opposizione sono state bandite anche a Bulawayo lunedì scorso e disperse in altre città zimbabwane nei giorni seguenti.

Ieri, secondo quanto riportato dalla Reuters sono stati arrestati anche 10 sindacalisti mentre cercavano di presentare una petizione al Ministro delle finanze per la bassa retribuzione salariale degli insegnanti. Secondo testimoni, la polizia arebbe raggruppato i funzionari dell’Amalgamated Rural Teachers Union dello Zimbabwe in un camion fuori dal ministero. Sembra inoltre che abbiano arrestato l’avvocato del gruppo, Douglas Coltart, e un giornalista del giornale online newzimbabwe.com che stava filmando l’arresto.

Un’altra vicenda negativa è quella che riguarda l’attrice comica ‘Gonyeti’, nome d’arte di Samantha Kureya, che lavora nella tv satirica Bustop TV. Giovedì ha raccontato di essere stata picchiata, umiliata e sequestrata da uomini armati che “si sarebbero identificati come poliziotti” e hanno fatto irruzione nella sua abitazione, come riporta il Guardian.

L’attacco a Samantha Kureya farebbe parte di una serie di intimidazioni avvenute nelle ultime settimane contro i critici del presidente Emmerson Mnangagwa e del partito al potere Zanu-PF. Gli attivisti per i diritti umani ritengono che i servizi di sicurezza dello Zimbabwe ne siano responsabili.

L’avrebbero assalita e rilasciata ferita tre ore più tardi. “L’hanno costretta a togliersi tutti i vestiti e l’hanno picchiata con delle armi. Poi ha dovuto andare in giro per il quartiere di Crowborough cercando dei vestiti dopo essere stata abbandonata” hanno raccontato su Twitter i suoi colleghi.

Eventi che ancora una volta illustrano l’inasprimento dei metodi repressivi delle autorità nei confronti di coloro che vogliono sfidare il regime. Amnesty International parla di “una crescente e violenta repressione”.

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