Uganda, la lotta delle donne in politica contro la violenza di genere online

di claudia

di Claudia Volonterio

Secondo una recente ricerca condotta dal collettivo femminista Pollicy, in Uganda una donna su tre di un’età compresa tra i 18 e i 65 anni ha dichiarato di essere stata vittima di violenza di genere online. Un dato approfondito negli ultimi tre anni, che ha evidenziato un aumento dei casi per le donne leader o con posizioni politiche di alto profilo, che colpisce circa la metà di loro. Lo riporta la CNN, che evidenzia la gravità del fenomeno, non solo in Uganda. Un altro studio ha rilevato che il 42% delle donne parlamentari nel continente ha ricevuto “minacce di morte, minacce di stupro o minacce di percosse o rapimento, di solito online.” Contro questo fenomeno sta lottando la vicesindaca di Kampala, l’attivista Doreen Nyanjura (nella foto).

Recenti sondaggi in Uganda hanno rivelato numeri preoccupanti che evidenziano un problema di violenza di genere online rivolto in particolare alle donne in politica. Quanto possa essere comune per una donna essere presa di mira online lo raccontano i dati. Uno studio del 2021 ha rilevato che questo fenomeno è aumentato tra le donne leader e le donne di alto profilo, con il 50% di loro che ha subito il cosiddetto “trolling“.

Di conseguenza, il numero delle donne politiche che interagiscono sui social media è diminuito negli anni rispetto agli uomini proprio a causa degli abusi online che le donne stavano affrontando, spiega Irene Mwendwa, Direttore delle iniziative strategiche di Pollicy. Un altro studio del 2021 sulle donne nei parlamenti africani, condotto dall’Unione interparlamentare (IPU) e dall’Unione parlamentare africana, ha rilevato dati ancora più difficili, che rivelano la gravità di un fenomeno “silenzioso” che si profila online, ma ha ripercussioni gravi sulla salute delle donne. E’ emerso infatti che il 42% delle donne parlamentari ha ricevuto “minacce di morte, minacce di stupro o minacce di percosse o rapimento, di solito online.”

Se di fronte a minacce e abusi perpetrati online, molte donne politiche e con posizioni lavorative di alto profilo hanno deciso di chiudere i propri account, c’è però anche chi ha deciso di sfidare questo sistema che tenta di sminuire e relegare le donne: parliamo di Doreen Nyanjura, vicesindaca di Kampala. La politica, riporta la CNN, ha annunciato su Twitter che si sarebbe candidata alle elezioni presidenziali del 2026 in Uganda. Nonostante abbia ricevuto una pioggia di commenti misogeni, non si è lasciata abbattere, volendo lanciare alle altre donne un messaggio di solidarietà, ma anche di lotta. I commenti spaziano da incursioni nella sua vita privata o giudizi sul suo stato civile, a questioni più gravi.

La sua lotta aperta per l’uguaglianza di genere non ha fatto altro che peggiorare questi commenti. “Molti ugandesi ritengono che sostenere l’equità e l’uguaglianza sia un abuso nei confronti della cultura e delle credenze religiose. Per tutti i miei post che sostengono l’equità di genere, ricevo abusi o insulti”, spiega Nyanjura.

Alla base, riporta la CNN, c’è un sistema informatico ugandese sulla sicurezza informatica in vigore da più di un decennio, che necessità di riforme. Nonostante la legge del Paese punisca i casi di molestia online con una multa “fino a settecentocinquanta punti valuta” o con la reclusione fino a sette anni, non è abbastanza per proteggere le donne in politica, anzi. Le organizzazioni per i diritti umani, riporta CNN, sostengono che queste leggi possono addirittura essere usate per mettere a tacere gli attivisti, piuttosto che proteggere chi avrebbe necessità.

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