Uganda – I Vescovi: progressi democratici, ma molto lenti

di Enrico Casale
elezioni in uganda

Si sono tenute ieri in Uganda le elezioni presidenziali e parlamentari. Il Presidente Yoweri Museveni, al potere da 30 anni, è dato come favorito. I Vescovi ugandesi nella loro lettera pastorale intitolata «Elezioni libere e corrette: la nostra missione comune per consolidare le conquiste democratiche in Uganda», pubblicata ad agosto, hanno presentato le loro valutazioni e indicazioni su questo importante appuntamento elettorale. I Vescovi, pur riconoscendo i progressi effettuati negli ultimi anni nel campo del rafforzamento della democrazia, avvertono che le lotte interne ai partiti politici sono spesso sfociate in «crisi politiche maggiori». Si ricorda che «in Uganda, la violenza che ha caratterizzato i cambiamenti di governo nel 1966, 1971, 1979, 1985 e 1986 trova origine nella cupidigia e nelle tendenze dittatoriali tra i diversi attori politici. Pensiamo che questi sfortunati accadimenti sono ancora presenti nelle menti degli attori politici correnti, eppure questi continuano ad ignorare quella che potrebbe presto diventare una situazione politica esplosiva che deve essere evitata».
Si sottolinea in particolare che «in diverse occasioni, la visione dei gruppi di minoranza e della più vasta opinione pubblica è stata ignorata. Qui, ancora, la storia ci impartisce lezioni importanti. Cattive elezioni in qualsiasi parte del mondo possono essere la ricetta per una crisi politica. È avvenuto in Uganda negli anni ’80 e dobbiamo lavorare duramente per impedire che accada di nuovo».
I Vescovi lamentano tra l’altro come «l’uso indiscriminato della forza e i divieti preventivi alle attività dell’opposizione hanno creato l’impressione che le forze di polizia promuovano e proteggano l’agenda del partito al potere». A questo si aggiunge la creazione di gruppi paramilitari, formalmente registrati sotto l’ombrello di una Ong che affiancano la polizia formalmente per «prevenire i delitti». «Siamo preoccupati, se queste tendenze dovessero continuare, potrebbero provocare violenze durante e dopo le elezioni».
«In conclusione, ribadiamo il fatto che le elezioni sono una grande opportunità e una sfida per il Paese. Incoraggiamo, quindi, tutti gli attori a lavorare per la pace e assicurare che il processo ampli le opzioni democratiche nella nostra giovane nazione. Assicuriamo di seguirvi nella preghiera», conclude il messaggio.
(19/02/2016 Fonte: Fides)

 

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