Togo, l’opposizione: pandemia strumentalizzata per interessi politici

di claudia

La nuova proroga di dodici mesi dello stato di emergenza sanitaria da parte del governo togolese, dopo i 18 mesi appena trascorsi, “dimostra senza dubbio e sufficientemente la strumentalizzazione della pandemia di covid-19” da parte di un’autorità “illegittima” a Lomé. Lo scrive in un comunicato l’autoproclamato governo parallelo fedele al candidato sconfitto alle ultime elezioni presidenziali, Gabriel Agbeyome Messan Kodjo.

In un comunicato a firma di Ben Koffi Djagba, il governo dell’ombra dice di aver ascoltato con interesse la comunicazione del ministro della Famiglia, della Salute e della Solidarietà in merito alla gestione della crisi sanitaria del coronavirus in Togo. “Nulla giustifica il governo con la paura, (…) la paura oltre ad essere traumatica, indebolisce l’immunità e promuove ogni tipo di malattia e di conflitto. Così attraverso le sue parole, la signora Victoire Tomégah-Dogbé  – primo ministro, ndr – rivela al mondo i disegni machiavellici della sua cerchia, che mirano alla rovina del popolo togolese”, sostiene.

Il movimento filo Kodjo afferma che il ricorso allo stato d’emergenza per altri 12 mesi ha come scopo quello di mascherare la “palese illegittimità” delle autorità in carica e di impedire tutte le manifestazioni di piazza che potrebbero di “amplificare la rivoluzione elettorale e pacifica che ha consacrato il cambiamento politico in Togo”. Agbeyome Kodjo (foto di apertura), che secondo i risultati ufficiali è arrivato secondo dietro il presidente uscente Faure Gnassinbé, figlio del precedente e defunto presidente Etienne Gbassingbé Eyadema, si ritiene infatti il vero vincitore delle elezioni e per questo è stato arrestato, poi liberato, ma costantemente sotto pressione e sorveglianza.

Il movimento d’opposizione si interroga, inoltre, sul disegno di Lomé di voler vaccinare il 10% della popolazione togolese “con il pretesto di un investimento di 20 miliardi di franchi Cfa in vaccini, nonostante la prevalenza in Togo della pandemia sia molto indietro rispetto alla malaria, prima minaccia in termini di salute pubblica”. Seguendo questo ragionamento, Djagba deplora un capovolgimento delle priorità di sanità pubblica.  “Le prime indagini svolte – denuncia inoltre –  tendono a corroborare casi di somministrazione di vaccini scaduti nel territorio nazionale”.

Il 14 settembre, l’Assemblea nazionale ha votato a favore di un’estensione dello stato di emergenza sanitaria per un periodo di 12 mesi a partire dal 16 settembre 2021. Un provvedimento reso necessario secondo la maggioranza, “dalla preoccupazione per il benessere della popolazione, per una maggiore vigilanza e la possibilità di disporre di mezzi legali che consentano di intervenire nel campo del diritto al fine di adattare la risposta all’evoluzione della malattia”.

Decretato all’inizio di aprile 2020, lo stato di emergenza sanitaria è già stato più volte prorogato. Il Togo ha identificato 23.778 casi di covid-19, inclusi 207 decessi e 18.746 pazienti guariti, secondo i dati ufficiali diffusi il 13 settembre. L’accesso agli edifici amministrativi, alla polizia nazionale, è ora subordinato alla presentazione di una prova di vaccinazione. Sempre da metà settembre, sono chiusi ben 208 bar della capitale, Lomé, ma anche i luoghi di culto religioso, le discoteche, vietati gli eventi culturali e politici, matrimoni e funerali. I provvedimenti hanno la durata di un mese.

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