Le violenze commesse nell’est della Repubblica Democratica del Congo (Rdc) dal gruppo ribelle M23, dai miliziani filogovernativi Wazalendo e dalle Forze armate congolesi (Fardc) sono al centro di un dettagliato rapporto pubblicato oggi da Amnesty International, intitolato “Ci hanno detto che saremo morti”.
“I gruppi armati M23 e Wazalendo stanno commettendo orribili violazioni dei diritti umani nella Repubblica Democratica del Congo orientale” si legge nel nuovo rapporto. I combattenti dell’M23 “eseguono esecuzioni sommarie di cittadini congolesi, attaccano ospedali, rapiscono pazienti e infermieri e torturano, minacciano e fanno sparire forzatamente esponenti della società civile” continua il resoconto. “Combattenti di entrambe le parti commettono stupri di gruppo. Molti di questi atti costituiscono violazioni del diritto internazionale umanitario e persino crimini di guerra”.
In una quarantina di pagine, l’Ong documenta diversi episodi, tra cui sei attacchi agli ospedali di Goma da parte dell’M23 tra il 28 febbraio e il 19 maggio 2025, durante i quali soldati delle Fardc sono stati arrestati e pazienti e infermieri rapiti. In almeno tre occasioni, i combattenti dell’M23 hanno portato le persone arrestate nei campi da calcio, dove sono state frustate e sottoposte ad altre forme di tortura. Il 13 marzo, l’M23 ha rapito un paziente ricoverato presso l’ospedale Cbca Ndosho di Goma. Durante un raid nella notte tra il 4 e il 5 aprile nell’ospedale di Kyeshero, sempre a Goma, i combattenti hanno aperto il fuoco all’esterno della struttura, uccidendo una persona e ferendone altre due.
Amnesty International afferma di avere prove che l’M23 sia responsabile di cinque esecuzioni sommarie: tre uomini a Goma e un padre con il figlio nel Sud Kivu.
Combattenti dell’M23, delle Fardc e di Wazalendo hanno stuprato donne a Goma, Bukavu e nelle zone limitrofe. Amnesty ha intervistato 14 vittime di stupri di gruppo in queste città: otto hanno dichiarato di essere state violentate dai combattenti dell’M23. Le donne hanno raccontato che gli autori indossavano uniformi simili a quelle del gruppo ribelle e parlavano kinyarwanda, lingua diffusa in Ruanda e nell’est della Rdc. Questi episodi di violenza sessuale sono avvenuti tra marzo e maggio 2025, periodo in cui l’M23 controllava le aree colpite.


