di Veronica Vella – Centro studi AMIStaDeS
Musica, moda e arte africane oggi non sono più raccontate come periferiche o marginali, ma come forze creative centrali, capaci di ridefinire la scena culturale globale. Giovani artiste e artisti, dentro e fuori il continente, usano linguaggi espressivi che diventano soft power, strumenti di dialogo, identità e trasformazione economica.
Oggi, in diversi Paesi africani e nelle comunità della diaspora, si affermano movimenti culturali vitali, che intrecciano musica, moda, arti visive e molte altre forme espressive. Questo processo, parte integrante di una Renaissance africana, che si radica nella storia e guarda al futuro, non è un fenomeno marginale ma un attore centrale della scena globale. Le culture africane e afro-diasporiche riaffermano la loro continuità storica e la loro centralità, rompendo stereotipi e proponendo nuove narrazioni. A guidare questa trasformazione sono soprattutto le giovani generazioni, che trasformano l’arte in spazio di connessione, elaborazione identitaria e creazione di linguaggi globali.
Dalla Nigeria al mondo, l’Afrobeats è passato da genere locale a movimento sempre più globale. Nel 2017 totalizzava circa 2 miliardi di stream su Spotify; nel 2022 ha superato i 13 miliardi, crescendo di oltre il 500% in cinque anni. Figure come Wizkid, Burna Boy, Tems, Ayra Starr, Fireboy DML e Tyla hanno conquistato spazi centrali nelle classifiche mondiali. Wizkid ha collaborato con Drake in brani diventati record di ascolti, mentre Tems, oggi una delle voci più influenti, ha scritto per Beyoncé e Rihanna. Con Calm Down, Rema, nel remix con Selena Gomez, ha firmato uno dei successi Afrobeats più ascoltati di sempre.
La popolarità dell’Afrobeat si estende ben oltre l’Africa e l’Occidente ha raggiunto un sostanzioso seguito in Indonesia, Filippine, Thailandia e America Latina dove l’ascolto tra il 2020 e 2025 è cresciuto dell’83%. Spotify, infatti, ha cavalcato l’onda lanciando la playlist Global Afrobeats nel 2023, dopo aver condotto un sondaggio sugli ascolti di questo genere musicale nell’aprile dello stesso anno.

L’impatto non è solo culturale, ma anche economico. Secondo PricewaterhouseCoopers(PwC) l’industria dell’intrattenimento nigeriana valeva circa 9 miliardi di dollari nel 2023 e potrebbe arrivare a 13,6 miliardi nel 2028. Un report della Rome Business School evidenzia che questa crescita avviene malgrado infrastrutture carenti e scarso sostegno istituzionale: a guidarla sono la resilienza delle comunità creative, il talento e la capacità di raccontare storie capaci di parlare al mondo.
Anche il mondo della moda si afferma sempre più come spazio di innovazione e pluralità. Alla Shanghai Fashion Week 2025, il progetto Africa Reimagined, ideato da Hannah Ryder, ha portato una selezione di brand africani, proponendo un’estetica che intreccia creatività, artigianato e sostenibilità. L’obiettivo è aprire nuove strade commerciali e cambiare narrazioni ancora troppo legate a stereotipi.
Mentre Africa Reimagined tesse legami culturali tra l’Africa e l’Estremo Oriente, dall’altra parte del mondo un’altra iniziativa sta contribuendo a ridefinire la percezione della creatività africana: il Festival African Creators, fondato nel 2023 a Denver da Koya Nyangi, originaria di Nairobi e trasferitasi in Colorado nel 2018. Nyangi ha iniziato il suo percorso cercando di capire come i suoi nuovi concittadini percepissero la “moda africana”. Un sondaggio condotto nel 2020 a FlatIron Crossing, uno dei centri commerciali più frequentati della zona, ha rivelato un dato interessante: molti americani tendevano a ridurre la moda africana a “stampe colorate e vivaci”. Ma per Nyangi, la realtà è molto più complessa e ricca, e la moda rappresenta un mondo di creatività, storia e identità che andava ben oltre gli stereotipi comuni. Da questa consapevolezza nasce Let Me Show You Different, un progetto pensato per supportare i brand africani a entrare nel mercato statunitense.

E, soprattutto, nasce l’African Creators Festival, un evento che unisce moda, arte, musica e gastronomia da diversi Paesi africani per offrire una visione più completa, autentica e sfaccettata della creatività del continente. L’edizione 2025 del Festival, tenutosi lo scorso 13 e 14 settembre a Denver, ha ospitato designer provenienti da Sudafrica, Zimbabwe e Kenya, insieme a creativi africani della diaspora, tra cui la scrittrice e cuoca Althea Brown, che ha collaborato con chef dal Sudan e dalla Repubblica Democratica del Congo per un brunch domenicale. La giornata si è conclusa con un live del musicista pop Yonnas.
Dai beat contagiosi dell’Afrobeat alla moda che sfila tra Shanghai e Denver, le creatività africane si presentano anche come strumento di dialogo, identità e trasformazione economica. In un mondo sempre più interconnesso,e nel ritmo di una canzone o nel taglio di un abito, si rispecchia un continente che non chiede solo di essere visto, ma di essere ascoltato, capito e rispettato.


