Sudan: fumo denso oscura il cielo di Khartoum, non si fermano gli scontri

di claudia

Continuano gli scontri tra l’esercito sudanese e le Forze di supporto rapido (Rsf) nei pressi della raffineria di al-Jili, a nord della capitale Khartoum. L’esercito sudanese ha annunciato di aver raggiunto l’area strategica mercoledì, dopo un’offensiva su più fronti nella regione settentrionale.

Fonti locali citate da al-Jazeera riferiscono di fumo denso che oscura il cielo sopra vaste aree di Khartoum. Sui social media sono circolati video che mostrano l’esercito sudanese prendere il controllo dell’ingresso della città. In un post sui social, l’esercito ha accusato le Rsf di aver dato fuoco intenzionalmente alla raffineria di al-Jili per sabotare le infrastrutture del Paese. “Un atto disperato per distruggere le risorse della nazione”, ha dichiarato.

Al Jazeera precisa che l’esercito sta intensificando le sue operazioni per riprendere il controllo del territorio, ma non ha ancora conquistato la raffineria. Nel frattempo, le Rsf hanno accusato l’esercito di aver effettuato attacchi aerei sulla struttura.

Gli scontri non si limitano alla zona della raffineria. A El-Fasher, le tensioni si sono aggravate dopo un ultimatum di 48 ore delle Rsf all’esercito per lasciare la città. Al termine dell’ultimatum, l’esercito ha risposto con raid aerei su posizioni delle Rsf, mentre pesanti combattimenti sono stati segnalati intorno al complesso degli edifici Zarqa, a nord di Khartoum.

Dal conflitto, iniziato nell’aprile 2023, si contano oltre 12 milioni di sfollati e decine di migliaia di morti. L’agenzia Onu per i rifugiati (Unhcr) ha dichiarato che oltre un milione di persone hanno cercato rifugio nel vicino Sud Sudan, dove si registra un’escalation di violenze. Le autorità sudsudanesi hanno recentemente sospeso l’accesso ai social media per 30 giorni a seguito di video che mostrano presunte uccisioni di cittadini sudsudanesi nello stato di Gezira, scatenando rivolte a Juba e in altre città.

Il conflitto continua a generare accuse reciproche tra le fazioni, incluse gravi violazioni dei diritti umani. La comunità internazionale monitora con preoccupazione la situazione, mentre il numero di vittime civili cresce e le infrastrutture vitali del Paese vengono minacciate

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