Sudan, esercito sospende i negoziati sul cessate il fuoco

di claudia
sudan

L’esercito sudanese avrebbe sospeso i colloqui per un cessate il fuoco con le Forze paramilitari di supporto rapido (Rsf) e consentire l’accesso umanitario, secondo una fonte diplomatica sudanese citata stamattina da Reuters che al momento non fornisce però maggiori dettagli in merito.

I negoziati, mediati da Stati Uniti e Arabia Saudita, erano iniziati all’inizio di maggio e hanno prodotto una dichiarazione di impegni per la protezione dei civili e due accordi di cessate il fuoco a breve termine che sono stati ripetutamente violati.

 La decisione dell’esercito del Sudan di ritirarsi dai negoziati di pace in corso a Gedda, in Arabia Saudita, con le Forze di supporto rapido (Rsf) è una mossa di protesta contro le “ripetute violazioni” del cessate il fuoco da parte dei paramilitari ha detto all’Associated Press Nabil Abdalla, portavoce delle Forze armate sudanesi.

Le Forze armate accusano inoltre le Rsf di continuare a occupare militarmente ospedali e altre infrastrutture civili nella capitale, Khartuom, nonostante l’ultima tregua lo vietasse. Abdalla ha aggiunto che i militari vogliono assicurarsi che i termini della tregua mediata da Stati Uniti e Arabia Saudita “siano pienamente attuati” prima di discutere ulteriori passi. La delegazione militare sudanese sarebbe tuttavia ancora nella sede dei colloqui a Gedda, hanno detto altri due funzionari anonimamente.

Il 21 maggio, entrambe le parti hanno firmato un accordo di cessate il fuoco che consente la fornitura di assistenza umanitaria e il ripristino dei servizi essenziali distrutti negli scontri. Esercito e Rsf avevano anche concordato di fermare i saccheggi e consentire gli aiuti umanitari, nonché vietare la presa e l’utilizzo militare infrastrutture civili come ospedali e centrali elettriche.

La mossa dei militari arriva due giorni dopo l’accordo per estendere il cessate il fuoco altri cinque giorni. Rispondendo alla decisione dei militari, le Rsf hanno invece affermato di “sostenere incondizionatamente l’iniziativa saudita-statunitense”.

Intanto, ieri il capo dell’esercito e presidente de facto del Paese, Abdel Fattah al-Burhan ha avvertito che i militari ricorreranno a tutta la forza in loro possesso se le Rsf “non risponderanno alla voce della ragione”, e nella tarda serata di ieri si sono tornati a sentire i rumori degli scontri in alcune parti di Khartoum e nella vicina città di Omdurman. 

Condividi

Altre letture correlate: