Sud Sudan, in aumento gli abusi sessuali in un campo Onu

di claudia

Sette anni dopo le prime rivelazioni di abusi sessuali commessi da operatori umanitari nel campo gestito dalle Nazioni Unite a Malakal, in Sud Sudan, le denunce non solo non sono cessate, ma sono anche aumentate. È quanto hanno rivelato oggi al-Jazeera e The New Humanitarian, dopo aver raccolto le testimonianze di sfollati e operatori e aver visionato diversi documenti delle Nazioni Unite e delle ong.

Gli operatori umanitari che hanno lavorato al campo hanno spiegato alle due testate che le denunce di abusi cominciarono ad arrivare poco dopo l’apertura del campo, alla fine del 2013, mentre gli attuali residenti nel sito hanno sostenuto che i casi sarebbero in aumento, nonostante la presenza di una task force guidata dalle Nazioni Unite con il compito di  affrontare la questione, emersa nel 2015.

Le due testate hanno quindi raccolto la testimonianza di una donna, che ha affermato di essere rimasta incinta nel 2019 nell’ambito di un rapporto consensuale con un operatore del Programma alimentare mondiale (Pam). Tuttavia, ricordano le due testate, la maggior parte delle organizzazioni umanitarie vieta rapporti sessuali con i beneficiari degli aiuti. Un’adolescente ha poi raccontato che aveva 15 anni quando un operatore locale di World Vision l’ha violentata e messa incinta. L’ong ha fatto sapere di aver avviato un’indagine sulla vicenda, mentre il Pam ha detto di non poter commentare casi specifici.

Le accuse delle due donne coincidono con quelle mosse da altri residenti del campo e contenute in un rapporto del Fondo delle Nazioni Unite per la popolazione (Unfpa) inviato alle agenzie umanitarie il 5 ottobre 2020, ottenuto da The New Humanitarian e Al Jazeera. Nel documento i residenti sostengono che lo sfruttamento sessuale avviene “su base quotidiana”, per lo più da parte di operatori umanitari; che gli operatori delle Nazioni Unite e delle ong affittano case nel campo per fare sesso con le donne; e che i peacekeeper Onu pagano per avere accesso alle donne.

E altre denunce di abusi sono arrivate per almeno 18 mesi dopo la pubblicazione del rapporto: “Ho ricevuto con il massimo dell’allarme informazioni sull’aumento degli episodi di abuso e sfruttamento sessuale nel sito di Protezione dei civili di Malakal”, ha infatti scritto Sara Beysolow Nyanti, vice capo della missione di peacekeeping Onu, in una lettera datata 21 marzo 2022 e inviata a circa 17 organizzazioni umanitarie impegnate nel campo. Una copia della missiva è stata visionata da al Jazeera e The New Humanitarian, che hanno anche raccolto la preoccupazione degli attuali abitanti del campo di Malakal, secondo cui il previsto arrivo di nuovi sfollati potrebbe portare a un aumento degli episodi di abusi e sfruttamento sessuale.

Interpellato dalle due testate, l’ufficio del Segretario generale delle Nazioni Unite, Antonio Guterres, non ha risposto.

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