La Tunisia sta affrontando una siccità persistente e cicli meteorologici sempre più estremi. Secondo un rapporto dell’Organizzazione meteorologica mondiale diffuso pochi giorni fa, il Paese è tra quelli più colpiti da siccità prolungate e intensificate dai cambiamenti climatici, con eventi estremi in aumento dell’83% tra il 2000 e il 2019 e temperature medie destinate a salire fino a 5°C entro fine secolo. Attualmente, secondo quanto riporta il quotidiano La Presse, nonostante il riempimento delle dighe sia risalito al 29%, il sistema di approvvigionamento idrico è ancora sotto i livelli normali.
Per far fronte alla crisi idrica e garantire la sicurezza alimentare, le autorità tunisine hanno investito in infrastrutture idrauliche e nella diversificazione delle risorse, comprese dighe, laghi collinari, riciclo delle acque reflue e desalinizzazione. In collaborazione con la Fao, è stato lanciato il progetto Tech-Water, che sperimenta soluzioni innovative come pellicole monomolecolari sulle dighe, pannelli fotovoltaici galleggianti, inseminazione delle nuvole e dighe sotterranee, con l’obiettivo di ottimizzare l’approvvigionamento idrico e promuovere la produzione di energia rinnovabile.
Gli esperti sottolineano l’importanza di sensibilizzare gli utenti dell’acqua, prevenire gli sprechi e monitorare i pozzi non autorizzati per garantire la sostenibilità delle risorse idriche nel lungo periodo.



