Rd Congo, accordo per il cessate il fuoco nell’est del Paese

di claudia
ribelli rd congo

E’ stato raggiunto, ieri, un accordo per un “cessate il fuoco immediato” a partire da domani alle 18:00 nell’est della Repubblica Democratica del Congo (Rdc), al termine di un mini-summit a Luanda, in Angola, in un contesto di tensioni tra le autorità congolesi e ruandesi.

Il presidente congolese, Felix Tshisekedi, ha incontrato il ministro degli Affari Esteri ruandese, Vincent Biruta, in assenza del presidente Paul Kagame che era comunque stato invitato al summit. La mediazione è stata condotta dal presidente angolano Joâo Lourenço e dall’ex presidente keniano Uhuru Kenyatta, attuale mediatore della Comunità dell’Africa orientale (Eac), alla presenza del presidente burundese Evariste Ndayishimiye.

Il mini-vertice ha deciso il “ritiro dell’M23 dalle aree occupate e la sua ritirata verso le posizioni iniziali, sotto il controllo della forza regionale e del meccanismo di verifica ad hoc, in collaborazione con la Monusco, entro due giorni”, sottolinea il comunicato finale.

Prima di questo ritiro, il Kenya dispiegherà i suoi contingenti “a Bunagana, Rutshuru e Kiwanja durante il disimpegno e il ritiro dell’M23 sulle sue posizioni iniziali a Sabinyo, nella Rdc, e non si sposterà oltre la linea dei villaggi di Bigega, Bugusa, Nyanbikona, Mbuzi, Rutsiro e Nkokwe”, si legge nella nota.

“Se l’M23 si rifiuta di disimpegnarsi e di liberare tutti i territori che attualmente occupa, i capi di Stato della comunità degli Stati dell’Africa orientale daranno istruzioni alla Forza regionale di usare la forza per spingerlo alla sottomissione”, hanno avvertito i responsabili della riunione di un giorno a Luanda. Hanno inoltre ordinato la “cessazione di ogni sostegno politico-militare all’M23 e a tutti gli altri gruppi armati locali e stranieri che operano nella Rdc orientale e nella regione”. I ribelli saranno disarmati e confinati in territorio congolese “sotto il controllo delle esercito congolese (Fardc), della forza regionale e del meccanismo di verifica ad hoc, con la collaborazione della Monusco” entro cinque giorni, aggiunge il comunicato.

Il compromesso di Luanda prevede la ripresa del “dialogo bilaterale” tra la Rdc e il Ruanda in vista della “normalizzazione delle relazioni diplomatiche e della ripresa della cooperazione” entro 60 giorni. Nel preambolo del comunicato finale, i capi di Stato hanno espresso preoccupazione per “l’acquisizione da parte dell’M23 di armi sempre più sofisticate e altri mezzi” per compiere attacchi.

Il “Movimento del 23 marzo” è un’ex ribellione di congolesi tutsi sostenuta da Ruanda e Uganda, che è stata sconfitta nel 2013 dall’esercito congolese sostenuto dalle forze di pace delle Nazioni Unite. Ma il movimento ribelle ha ripreso le armi alla fine del 2021, accusando Kinshasa di non aver rispettato gli impegni presi.

Più di mille combattenti dell’M23 si sono rifugiati in Ruanda e in Uganda, da dove hanno chiesto il rispetto degli Accordi di Nairobi, che prevedevano la reintegrazione di alcuni combattenti nella vita civile e di altri nell’esercito.

L’M23 ha conquistato diverse località nei territori di Ritshuru e Nyiragongo, nella provincia del Nord Kivu. Secondo le Nazioni Unite, quasi 300.000 persone sono state sfollate a causa dei combattimenti

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