Nigeria, l’esercito accusato di aver programmato aborti di massa

di claudia
soldati nigeriani

Le forze armate nigeriane sono accusate di aver condotto un programma di aborti di massa sulle donne sopravvissute ai gruppi jihadisti nel nord-est del Paese per quasi un decennio, secondo un’inchiesta dell’agenzia di stampa Reuters, che l’esercito ha negato categoricamente.

L’indagine dell’agenzia di stampa rivela che l’esercito nigeriano ha condotto un programma di “aborti segreti, sistematici e illegali nel nord-est del Paese dal 2013, ponendo fine ad almeno 10.000 gravidanze tra donne e ragazze, molte delle quali erano state rapite e violentate dai combattenti jihadisti”.

“La maggior parte degli aborti” sono stati effettuati senza il consenso delle donne, “spesso” a loro insaputa, riferiscono i giornalisti, basandosi sulle testimonianze di 33 donne e ragazze, cinque operatori sanitari e nove addetti alla sicurezza coinvolti nel programma, oltre che su documenti militari e registri ospedalieri.

Le donne e le ragazze erano incinte da poche settimane a otto mesi. “Alcune avevano anche 12 anni”, si legge nel rapporto. Secondo le testimonianze raccolte da Reuters, i soldati hanno detto loro che le pillole e le iniezioni somministrate “erano destinate a ripristinare la loro salute e a combattere malattie come la malaria”. “In alcuni casi, le donne che hanno opposto resistenza sono state picchiate, percosse con bastoni, tenute sotto tiro o drogate per costringerle a obbedire”, si legge nel rapporto.

L’esercito, in un documento di cinque pagine citato nell’inchiesta della Reuters, nega l’esistenza di tale programma. L’associazione afferma che la sua missione è proteggere i civili e che l’indagine è “un insulto ai nigeriani e alla loro cultura”. Il capo di Stato maggiore della difesa della Nigeria Lucky Irabor ha respinto come una “sciocchezza” il rapporto.

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