Niger: il potere degli intellettuali

di Valentina Milani

È firmato da 102 intellettuali nigerini un “Appello al sussulto patriottico” diffuso dalla capitale del Niger, Niamey,  allorché la nazione si prepara a tornare alle urne il 21 febbraio per il ballottaggio delle elezioni presidenziali. “È la missione naturale e storica delle élite intellettuali giocare un ruolo determinante nella vita della nazione, come nella difesa dei popoli contro ogni forma di dominio nell’avvento della democrazia” scrivono gli intellettuali, tra cui professori universitari, avvocati, ricercatori, ingegneri, artisti, giornalisti, insegnanti.

Numerose sono le debolezze su cui gli intellettuali hanno richiamato l’attenzione, ricordando “varie e multiformi minacce che gravano sul nostro Paese e sulla sua democrazia”. In primo luogo, l’indebolimento delle istituzioni preposte alla vita democratica, come la Corte costituzionale e la Commissione elettorale nazionale indipendente, che secondo l’élite intellettuale “hanno perso agli occhi dell’opinione nazionale la loro credibilità e indipendenza”. Denunciata anche una “forte strumentalizzazione e politicizzazione dell’amministrazione”, mentre tra il popolo si nota una “miseria generalizzata, l’indebolimento dell’unità nazionale, della coesione sociale e del vivere insieme”.

Gli autori del documento, firmato il 31 gennaio, richiamano l’attenzione sulle minacce alla sicurezza persistenti nonostante l’importanza dei fondi stanziati e la presenza di forze armate straniere e “il prezzo pesante pagato dalle forze di difesa e di sicurezza e dalle popolazioni civili a causa degli attacchi terroristici nell’indifferenza generale”. A preoccupare gli intellettuali è anche “la graduale trasformazione del territorio nigerino in un crocevia di traffico di tutti i tipi, in particolare quello di armi e droga”. C’è timore, da parte dei firmatari, di un “controllo sempre più evidente degli interessi esterni sul futuro del nostro paese che lo espone al rischio di perdita della sua sovranità”.

Saccheggio e spreco di risorse, corruzione, impunità e ingiustizia generalizzato, soffocamento delle libertà pubbliche, l’abbandono dei settori di sviluppo di base (istruzione e sanità), ma anche “la mercificazione della vita politica sia nei rapporti tra gli attori politici che nei rapporti tra attori politici e cittadini”.

Riferendosi alla campagna elettorale in corso, i firmatari denunciano “lo spudorato sfruttamento della miseria e dell’ignoranza delle popolazioni in occasione delle consultazioni elettorali” nonché “la rottura del dialogo politico che non ha consentito un consenso sulla Commissione elettorale nazionale indipendente e sulla redazione consensuale dei testi che dovrebbe portare a elezioni oneste ed eque”. I firmatari si dicono “indignati per le crescenti proporzioni di delinquenza elettorale senza precedenti caratterizzato dall’acquisto di coscienze e tessere elettorali e il furto delle urne che ha lasciato l’amaro in bocca alla democrazia nigerina”.

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