Il presidente del Mozambico, Daniel Chapo, e il leader dell’opposizione, Venancio Mondlane, si sono dichiarati pronti a collaborare per porre fine alla crisi politica seguita alle contestate elezioni di ottobre, che hanno causato disordini e la morte di 300 persone.
In interviste separate all’emittente britannica Bbc, Chapo ha affermato di voler formare un governo “inclusivo”, mentre Mondlane ha aperto alla possibilità di unirsi all’esecutivo a condizione che vengano accolte alcune richieste, tra cui il rilascio di 5.000 detenuti, risarcimenti per le vittime della repressione e cure mediche gratuite per i feriti.
Chapo, candidato del partito al governo Frelimo, è stato dichiarato vincitore con il 65% dei voti, un risultato contestato da Mondlane, che si è autoproclamato “presidente del popolo”. Chapo, ufficialmente insediatosi il 15 gennaio, ha promesso riforme su legge elettorale, diritti umani e libertà di espressione.
Mondlane, che ha sospeso le proteste per i primi 100 giorni del mandato di Chapo, ha dichiarato che una risposta positiva alle sue richieste potrebbe “aprire una finestra per i negoziati”. Chapo, dal canto suo, ha sottolineato che la formazione del governo sarà basata su competenze, meritocrazia e patriottismo.