Marocco, le accuse di un’associazione per i diritti umani

di claudia

L’Associazione marocchina per i diritti umani (Amdh) accusa le autorità del Marocco di aver sfruttato lo stato di emergenza dichiarato, per affrontare il Covid-19, con l’obiettivo di sviluppare maggiormente il suo approccio alla sicurezza e per riprodurre pratiche autoritarie a scapito dei diritti e delle libertà, minando le parziali conquiste in materia di diritti umani realizzate dopo il 2011, comprese quelle previste dalla Costituzione. Lo ha denunciato ieri la stessa Amdh durante la conferenza di presentazione del suo rapporto annuo sulle libertà pubbliche in Marocco nel 2021.

L’associazione sostiene che in Marocco regna il divieto dei diritti e delle libertà fondamentali, in particolare della libertà di opinione e di espressione, di associazione, di riunione e di manifestazione pacifica. “Lo Stato marocchino ha cercato di sfruttare la pandemia per approvare il disegno di legge n. 22.20 relativo all’uso dei social network, i cui articoli erano caratterizzati dall’imposizione di ampie restrizioni alla libertà di opinione e di espressione su Internet e dall’inasprimento della censura su blog e siti di social networking, in completa contraddizione con gli obblighi internazionali nel campo dei diritti umani”, ricorda l’Amdh, precisando che il disegno è stato ritirato per riesame, sotto la pressione dell’opinione pubblica marocchina e in conseguenza delle vaste campagne contro questo legge.

L’Amdh afferma che l’intervento violento delle forze pubbliche, la prevenzione e la repressione sono diventate, nel 2021, una regola fondamentale con la giustificazione di preservare l’ordine pubblico e la salute pubblica.

Subito dopo la dichiarazione dello stato di emergenza sanitaria – denuncia ancora l’Associazione –  la Procura della Repubblica ha fatto causa a centinaia di migliaia di cittadini maschi e femmine, con l’accusa di aver violato le procedure dello stato di emergenza sanitaria. “Questo potrebbe essere uno dei motivi del sovraffollamento carcerario e dell’aumento del numero di detenuti nelle carceri del 5% rispetto allo scorso anno”, riferisce l’Amdh, che denuncia “un calo eccezionale e senza precedenti della libertà di opinione e di espressione, dei media, della stampa e dei blog”. L’Amdh ricorda che Reporter senza frontiere ha classificato il Marocco al 136° posto su 180 paesi nel World Press Freedom Index 2021.

L’Amdh denuncia inoltre la mancata apertura delle indagini necessarie e mancato assoggettamento al personale delle forze dell’ordine che abbia usato la forza in modo eccessivo o che sia sospettato di violenze contro i manifestanti, compresa la violenza di genere.  L’associazione ha seguito 143 casi di impedimento, assedio e repressione di sit-in, marce e raduni

L’Amdh lancia un appello per il rilascio di tutti i detenuti di opinione e di espressione e chiede il rispetto del diritto a manifestazioni e riunioni pacifiche. Chiede la fine della repressione “contro molti giornalisti, blogger, pionieri dei social media e manifestanti pacifici, docenti, disoccupati e attivisti per i diritti umani, compresi i membri della nostra associazione”.

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