Mali, Bamako chiede a Parigi di rivedere gli accordi di difesa

di claudia

Il Mali ha chiesto alla Francia di rivedere gli accordi di difesa tra i due Paesi. Lo ha dichiarato domenica il ministro maliano degli Affari esteri e della Cooperazione internazionale, Abdoulaye Diop, al canale di notizie francese France 24. La richiesta arriva in un contesto di aumento delle tensioni militari e politiche tra Bamako e Parigi. Da diversi giorni, il sorvolo del Mali da parte di aerei militari che entrano o escono dal suo spazio aereo (da o verso gli stati dell’Africa occidentale) è stato messo in discussione dal governo maliano, compresi i voli della missione dell’Onu in Mali (Minusma) e della Francia.

di Valentina Milani

Lunedì i voli regolari degli aerei delle Nazioni Unite in Mali sono stati infatti “temporaneamente sospesi” in attesa del risultato delle discussioni con le autorità maliane sulle nuove procedure. Il 12 gennaio, Bamako aveva denunciato una “violazione” del suo spazio aereo da parte di un aereo militare francese che volava tra Abidjan e Bamako, accusando una “manovra fraudolenta”. L’esercito francese ha detto di non aver ricevuto alcuna informazione su possibili restrizioni di volo e si è avvalso appunto gli accordi di difesa tra i due Paesi.

France 24 ricorda che gli accordi di difesa tra la Francia e il Mali sono stati firmati dopo il lancio dell’operazione militare francese Serval l’11 gennaio 2013.  “Il partenariato di sicurezza tra la Francia e il Mali era precedentemente definito da un accordo di cooperazione tecnica, firmato nel 1985, che prevedeva la possibilità di inviare soldati francesi in missioni di formazione o nell’ambito di operazioni, sotto la supervisione del comando dell’esercito maliano”, spiega France 24, aggiungendo che il nuovo patto di sicurezza, firmato con uno scambio di lettere nel marzo 2013, dà uno status giuridico alle forze francesi per facilitare il loro intervento sul suolo maliano.

L’accordo del 2013 prevede di “contribuire a una pace e una sicurezza durature, in particolare mettendo in sicurezza le zone di confine e combattendo il terrorismo”. Permette anche l’accesso al territorio maliano, “comprese le sue acque territoriali e lo spazio aereo”, con il consenso preventivo dello Stato, ricorda la medesima fonte aggiungendo che il trattato ha una durata di cinque anni e si rinnova tacitamente. È tuttavia specificato che “le parti possono, in qualsiasi momento e di comune accordo, modificare per iscritto il presente trattato”, come chiede ora il governo del Mali.

In un’intervista trasmessa dalla televisione maliana domenica 16 gennaio, il primo ministro Choguel Kokalla Maïga ha criticato apertamente il trattato: “vogliamo rileggere gli accordi squilibrati che fanno di noi uno Stato che non può nemmeno sorvolare il suo territorio senza l’accordo della Francia”.

Da diversi mesi, le autorità maliane accusano Parigi di interferire negli affari del Paese, mentre a Bamako, decine di migliaia di maliani hanno risposto venerdì all’appello della giunta per denunciare le sanzioni drastiche della Comunità economica degli Stati dell’Africa occidentale (Ecowas). 

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