L’Algeria richiama il suo ambasciatore in Marocco

di claudia

L’Algeria ha deciso di richiamare con effetto immediato il proprio ambasciatore in Marocco Abdelhamid Abdaoui per consultazioni, secondo quanto riferito ieri sera dai media ufficiali algerini. Il provvedimento segue quella che Algeri definisce una “deriva” della rappresentanza diplomatica marocchina a New York, che ha distribuito una nota ufficiale durante una riunione dei Paesi membri del Movimento dei non allineati, in cui Rabat “sostiene pubblicamente ed esplicitamente un presunto diritto all’autodeterminazione del popolo cabilo”, secondo quanto indica un comunicato stampa del ministero degli Affari esteri.

“L’Algeria si aspettava che il Marocco chiarisse la sua posizione finale sulla situazione di estrema gravità creata dalle osservazioni inammissibili del suo ambasciatore a New York”, si legge nella nota. Da allora,  “in assenza di un’eco positiva e adeguata da parte marocchina, si è deciso oggi di richiamare, con effetto immediato, per consultazioni, l’ambasciatore d’Algeria a Rabat, fatte salve altre possibili misure dipendenti dal caso”.

L’agenzia di stampa ufficiale Aps dà ampio spazio alle reazioni negative alla posizione marocchina sul diritto di autodeterminazione della Cabilia: l’Assemblea nazionale popolare ha affermato che “l’uscita provocatoria” del Marocco testimonia “l’amaro fallimento” dei suoi tentativi di nascondere il diritto del popolo sahrawi all’autodeterminazione”. Per il parlamento algerino, “questo documento riflette le preoccupazioni delle parti regionali e internazionali per quanto riguarda il livello di stabilità raggiunto dallo Stato algerino sotto la guida del presidente Abdelmadjid Tebboune, e l’attaccamento del popolo algerino alla sua unità, coesione, identità, simboli storici e nazionali”

Secondo il Consiglio nazionale dei diritti dell’uomo (Cndh), il Marocco, sostenendo ufficialmente il diritto all’autodeterminazione di una componente autentica ed essenziale del popolo algerino, “gioca con il fuoco e viola palesemente i suoi impegni internazionali”. L’Unione nazionale autonoma del personale della Pubblica amministrazione (Snapap) si è indignata per le “provocazioni sistematiche (…) vergognose e ricorrenti” che “non rispecchiano in alcun modo i vincoli di fratellanza tra i due popoli fanno parte di una “serie di crimini” a cui “il regime marocchino ci ha abituato”.

Di segno totalmente opposto, la reazione di Ferhat Mehenni, fondatore del movimento per l’autodeterminazione della Cabilia e presidente di un governo provvisorio cabilo in esilio (l’Anavad), che ha salutato una “posizione coraggiosa e storica in Nord Africa e per l’intera Unione africana”. Dal canto suo, il portavoce dell’Unione per la Repubblica Cabila, Lyazid Abid, ha accolto “l’impegno della diplomazia marocchina a sostegno di cause giuste come quella del popolo cabilo, appartenente all’una delle più antiche civiltà del bacino del Mediterraneo”.

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