L’afrobasket in campo a Tunisi

di Enrico Casale

angola basketballAngola, Tunisia, Senegal e Nigeria hanno conquistato un posto nelle semifinali nel Campionato africano di basket 2015 che si disputa in questi giorni in Tunisia. Le quattro nazionali si confermano così le più forti nel panorama della pallacanestro continentale. L’unica sorpresa negativa è l’Egitto. Medaglia d’argento nel 2013, non è riuscito a entrare nelle prime quattro.

È stata l’Angola, campione in carica, a battere nei quarti gli egiziani. Ora gli angolani dovranno vedersela con i padroni di casa tunisini che hanno sconfitto il Mali. C’è da giurare che il pubblico locale sosterrà con passione i propri beniamini. Anche se l’infortunio del pivot tunisino Salah Mejri limita molto le possibilità dei padroni di casa.

Dall’altra parte del tabellone troviamo Senegal e Nigeria. I cestisti senegalesi si sono imposti sull’Algeria, mentre la Nigeria si è qualificata battendo il Gabon. Ora le due formazioni dovranno affrontarsi in una riedizione della partita che si è giocata nel 2003, quando la Nigeria aveva battuto il Senegal per poi perdere in finale contro l’Angola.

Il movimento cestistico africano è, da anni, una realtà in crescita. La Fiba Africa, la federazione continentale del basket, riunisce 53 federazioni nazionali. Quasi tutti i Paesi africani possono quindi contare su un’organizzazione locale. In Africa i cestisti sono migliaia e questo movimento sta lentamente affermandosi anche a livello mondiale. Attualmente l’Angola, la selezione africana più competitiva, occupa il 16° posto del ranking internazionale, seguita da Tunisia (23°), Nigeria (24°), Senegal (30°), Costa d’Avorio 37°) ed Egitto (41°). Solo per fare un raffronto, l’Italia occupa il 36° posto.

Il campionato continentale di basket viene organizzato dal 1962. Quella in corso è la 27a edizione. L’Angola ha vinto undici volte. Egitto e Senegal, cinque. Chi riuscirà a conquistare il primo posto nella finale di domenica 30 agosto (le due semifinali si terranno sabato) accederà alle Olimpiadi di Rio de Janeiro (Brasile) del 2016.

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