La Russia accusa ancora l’Ucraina di finanziare il terrorismo nei Paesi africani

di claudia
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di Andrea Spinelli Barrile

La Russia accusa l’Ucraina di destabilizzare l’Africa sostenendo gruppi terroristici nei Paesi alleati di Mosca, tra cui Mali, Niger e Burkina Faso. I tre Paesi hanno chiesto formalmente al Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite di intervenire sulla questione.

La Russia accusa ufficialmente l’Ucraina di aver “aperto un secondo fronte” in Africa, sostenendo gruppi terroristici attivi nei Paesi africani alleati di Mosca. Lo ha dichiarato ieri la portavoce del ministero degli Esteri russo, Maria Zakharova, durante un briefing con la stampa, rilanciando accuse già avanzate in passato ma che ora sembrano rafforzarsi sul piano diplomatico.

Secondo Zakharova, Kiev avrebbe scelto la via della destabilizzazione in Africa per compensare le “sconfitte subite sul fronte europeo”, sostenendo movimenti armati in aree sensibili come il Sahel. In particolare, ha sottolineato come “l’accuratezza di queste informazioni sia stata verificata dai governi di Mali e Niger, che nell’agosto 2024 hanno deciso di interrompere le relazioni diplomatiche con l’Ucraina”. Anche il Burkina Faso si è allineato a questa posizione.

I tre Paesi hanno chiesto formalmente al Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite di intervenire sulla questione, con il Mali che – sostenuto dalla Russia – ha presentato una risoluzione per condannare il presunto sostegno di Kiev a gruppi terroristici.

Le accuse non si limitano ai ribelli separatisti touareg nel nord del Mali. Zakharova ha menzionato anche il coinvolgimento dell’intelligence ucraina nell’assistenza al Gruppo per il sostegno all’Islam e ai musulmani (Jnim), affiliato ad al-Qaeda e attivo nel Sahel. Secondo fonti di stampa locali in Mali e Burkina Faso, il 30 maggio scorso il Jnim avrebbe lanciato un attacco contro le Forze armate maliane nella regione di Koulikoro, con il supporto operativo di Kiev.

La diplomazia russa ha inoltre puntato il dito contro l’Occidente, accusando Regno Unito e Unione Europea di “condonare i crimini del regime di Kiev” e di non aver mai condannato ufficialmente il suo presunto sostegno al terrorismo in Africa.

Terrorismo

Un precedente significativo risale all’agosto 2024, quando Andriy Yusov, portavoce dell’intelligence militare ucraina, ha confermato l’implicazione di Kiev in un attacco a Tinzaouaten, nel nord del Mali. L’operazione, secondo quanto riferito anche dall’ambasciatore ucraino in Senegal, Yurii Pyvovarov, provocò la morte di circa 150 mercenari del gruppo Wagner e altrettanti soldati maliani. Dopo l’attacco, il governo del Mali ruppe le relazioni diplomatiche con Kiev, chiese l’incriminazione di Yusov e Pyvovarov e denunciò pubblicamente “un tentativo di destabilizzazione da parte dell’Ucraina travestita da diplomazia”.

Secondo Bamako, “il sostegno all’Ucraina equivale a un sostegno al terrorismo internazionale” e rientra in “un modello più ampio in cui alcuni attori esterni sfruttano i gruppi jihadisti per i propri interessi geopolitici nella regione”.

Kiev non ha smentito né confermato ufficialmente molte delle accuse. Secondo alcuni analisti, si tratterebbe in parte di una guerra di propaganda, volta a mostrare forza e influenza su nuovi teatri, anche se con riscontri ambigui e in un contesto in cui l’informazione è spesso strumentalizzata. 

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