Kenya – Kenyatta-Odinga, pace fatta

di Enrico Casale
odinga e kenyatta

Il presidenteUhuru Kenyatta e il leader dell’opposizione Raila Odinga si sono pubblicamente abbracciati ieri, 31 maggio, riaffermando il loro impegno a promuovere l’unità del paese dopo la crisi politica degli ultimi mesi. L’abbraccio, secondo quanto riporta il sito d’informazione Capital Fm Kenya, è avvenuto durante l’incontro annuale di preghiera. All’incontro erano presenti anche il vicepresidente keniota William Ruto e il vice di Odinga, Kalonzo Musyoka.

«Abbiamo condotto una campagna l’uno contro l’altro, abbiamo detto cose cattive l’uno contro l’altro, oggi chiedo perdono e voglio scusarmi», ha detto Kenyatta parlando durante l’incontro. «Mai più un cittadino keniota morirà a causa di un’elezione. Da parte mia e di tutti coloro che mi sostengono, chiedo pubblicamente scusa», ha detto dal canto suo Odinga.

Il primo turno delle elezioni presidenziali in Kenya si è tenuto lo scorso 8 agosto ma il risultato, che aveva decretato la vittoria del presidente uscente Kenyatta, è stato annullato dalla Corte suprema che ha ordinato la ripetizione delle elezioni il 26 ottobre. A novembre Kenyatta ha giurato per un secondo mandato alla guida del Paese, ma l’esito del voto non è stato riconosciuto in un primo momento dall’opposizione, il cui leader Odinga si è autoproclamato «presidente del popolo keniota» in una controversa cerimonia tenuta lo scorso 30 gennaio. Finora il leader dell’opposizione aveva più volte ribadito di non riconoscere la legittimità presidente Kenyatta e del suo governo e nei mesi scorsi aveva lanciato una campagna di «resistenza nazionale», invitando i suoi sostenitori a boicottare tre delle maggiori aziende del Paese – la compagnia di telefonia mobile Safaricom, la società casearia caseificio Brookside (di proprietà della famiglia Kenyatta) e il produttore di olio da cucina Bidco – accusate di aver favorito la rielezione del capo dello Stato.

Le elezioni e il post elezioni sono stati caratterizzati da violenti pestaggi, saccheggi, distruzioni. Negli scontri sono morte decine di persone

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