Kenya | Contro la crisi, il turismo diventa digitale

di Enrico Casale
safari

I turisti non possono venire? Saremo noi a portare da loro le nostre bellezze naturali. La scorsa settimana, il ministero del Turismo del Kenya, attraverso il Kenya Tourism Board, ha lanciato i safari virtuali.

«I turisti internazionali non possono venire in Kenya – ha detto il segretario del ministero del Turismo, Najib Balala, in una nota -. Il Paese è completamente isolato. Abbiamo così pensato di allestire un tour virtuale per coinvolgere i turisti».

«In un momento in cui il ricorso a Internet e al computer è così diffuso – ha aggiunto Betty Radier, Ceo del Kenya Tourism Board -, questa strategia ci pare particolarmente adattata per mostrare il nostro patrimonio naturale. Abbiamo creato un progetto con 16 destinazioni diverse. Mostriamo la fauna selvatica, le spiagge, le comunità locali. Diamo “un assaggio” del Kenya nella speranza che le persone siano attratte e possano venire una volta che il Paese riaprirà».

La pandemia di Covid-19 ha colpito duramente il settore turistico in tutta l’Africa. Alla fine del 2019, l’Organizzazione mondiale del turismo (Unwto) aveva stimato una crescita dal 3 al 5% degli arrivi internazionali nel continente. L’arrivo del coronavirus ha però portato alla chiusura degli aeroporti e all’azzeramento degli arrivi dall’estero, con la conseguente chiusura di hotel, centri turistici, centri eventi e trasporti pubblici. Si stima che le sole compagnie aeree africane potrebbero perdere oltre 4,4 miliardi di euro di entrate e che il comparto potrà perdere fino a due milioni di posti di lavoro. Una stima forse ottimistica se si pensa che in Nigeria, Etiopia, Kenya, Tanzania e Sudafrica lavorano nel turismo complessivamente 5 milioni di persone complessivamente.

Per far fronte alla crisi, i tour operator hanno cercato di mantenere vive le relazioni esistenti con gli ex clienti e di studiare pacchetti turistici a basso costo per quando riapriranno le frontiere. Secondo Sisa Ntshona, Ceo del consiglio del turismo del Sudafrica, interpellata da Cnn, «Il turismo inizierà lentamente. Ci vorrà un po’ prima che ritornino i turisti al di fuori del continente».

Secondo Ntshona, i Paesi africani devono rendere le loro destinazioni di vacanza più attraenti perché nell’era post-coronavirus molti Paesi saranno in competizione per convincere i turisti a venire da loro. Serviranno incentivi fiscali, esenzioni, regimi di sostegno alle imprese. Per Ntshona bisognerà scommettere anche sul digitale poiché la tecnologia svolgerà un ruolo significativo nell’organizzazione dei viaggi e nella loro gestione. Come sta progettando il Kenya.

Ma tra gli operatori c’è ottimismo: «Abbiamo battuto una pandemia di Hiv, abbiamo battuto l’ebola, possiamo battere anche il coronavirus».

(Enrico Casale)

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