Immigrati, un terzo dei detenuti (ma con reati minori)

di Enrico Casale

Gli immigrati che affollano le carceri italiane sono un terzo del totale dei detenuti che a febbraio 2020 superavano i 60.000 e a giugno erano scesi a meno di 54.000. Esattamente il 32,7% a giugno, secondo le statistiche fornite dai ricercatori dell’associazione Antigone e dell’Idos nel loro annuale dossier sull’immigrazione, con un trend che si è mantenuto costante per tutto il primo semestre scorso.

Per quanto riguarda gli uomini, gli africani detengono una quota importante, con tre nazionalità rappresentate tra le prime cinque, che costituiscono oltre il 60% del totale. In testa a questa classifica troviamo i cittadini marocchini con il 18,6% del totale, i tunisini con il 10% e i nigeriani con l’8,5%. I rumeni sono al 12%, gli albanesi all’11,9%. Tra le donne invece troviamo, dopo le rumene al 23%, le nigeriane al 19,4% e le marocchine al 4,6%, praticamente a pari quota con bosniache e brasiliane. In generale dunque i problemi maggiori legati alla criminalità delle comunità africane sono da cercare, in ordine decrescente, tra i gruppi originari di Marocco, Tunisia, Nigeria seguiti da Senegal, Egitto e Gambia.

A fine 2018 (ultimi dati disponibili) su quasi 870.000 reati totali, il numero di denunce e arresti ha riguardato italiani per il 72,4% e stranieri per il 27,6%. Visto che in Italia gli stranieri residenti nello stesso periodo ammontavano al 8,5% del totale, sembrerebbe che la tendenza a delinquere sia tre volte maggiore di quella degli italiani, dando così spazio alla paura, alla diffidenza e al risentimento sbandierato dai sovranisti. In realtà, se si sviscerano i dati, una quota molto alta di queste denunce e arresti (67,5%) riguarda immigrati irregolari, costretti a vivere nel sommerso proprio anche dalle stesse politiche praticate dai decreti legge sicurezza, e in più i reati di cui questi sono accusati sono di bassa pericolosità sociale. Alla fine risulta che il tasso di criminalità degli immigrati è simile a quello degli italiani.

I reati di cui sono accusati gli stranieri riguardano per la maggior parte (58,2%) pornografia minorile e prostituzione quasi a pari quota con contraffazione di marchi e prodotti industriali, ovvero vendita di prodotti contraffatti (che implicano anche i reati di violazione della proprietà individuale, col 31, 3%, nei casi per esempio di contraffazione di cd) a cui si associano a volte attività di ricettazione (4,1%). Se consideriamo solo le tipologie di reato dette di microcriminalità, una consistente partecipazione di oltre il 40 % di loro si rileva tra furti, rapine e spaccio di droga, legati in un terzo dei casi a lesioni dolose e danneggiamenti. Preoccupanti sono le elevate quote di reati gravi commessi dagli immigrati riguardo a violenze sessuali (41,8%) e sequestri di persona (38,5%).

(Mario Ghirardi)

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