In Sud Sudan cresce la commozione e la rabbia in seguito alla diffusione di video che mostrano atrocità commesse nel vicino Sudan, devastato dalla guerra. Le immagini, pubblicate sui social media, documentano violenze contro civili sud-sudanesi e sudanesi dell’ovest del Paese, perpetrate da membri dell’esercito sudanese per vendetta contro i paramilitari delle Forze di supporto rapido (Rsf).
Mercoledì scorso, il ministero degli Affari Esteri del Sud Sudan ha convocato l’ambasciatore sudanese per esprimere preoccupazione e chiedere chiarimenti. Il sottosegretario John Samuel Bowgo ha sottolineato l’urgenza di un’indagine e la necessità di una visita consolare a Wad Madani, dove si sono svolti gli eventi, dichiarando che si vuole raccogliere i fatti, comprendere cosa è accaduto e a chi, fornire servizi consolari e informare le famiglie delle vittime che risiedono in Sud Sudan.
Da parte sua, l’ambasciatore sudanese, Isam Mohamed Hassan Karrar, ha attribuito le violenze a “milizie locali” e assicurato l’avvio di un’indagine per identificare e punire i responsabili. L’esercito sudanese, in un comunicato del 14 gennaio, ha condannato le atrocità definendole “atti individuali”.
Le immagini delle violenze hanno suscitato proteste a Juba nei giorni scorsi: la società civile si è mobilitata per chiedere un’azione immediata. Taban Paride Lokasmoi, presidente del Sindacato Nazionale della Gioventù del Sud Sudan, ha dichiarato a Radio France Internationale (Rfi) che la popolazione è devastata e traumatizzata, chiedendo al governo, alle agenzie dell’Onu e in particolare all’Unhcr di evacuare i sud-sudanesi intrappolati nel conflitto in Sudan verso luoghi sicuri. Lokasmoi ha inoltre invocato l’istituzione di una commissione d’inchiesta internazionale e ha esortato i giovani a protestare in modo pacifico.
Nonostante gli appelli alla calma, la serata di giovedì è stata segnata da disordini nella capitale sud-sudanese. Gruppi di giovani, in preda alla rabbia, hanno attaccato e saccheggiato negozi gestiti da sudanesi. Le forze di sicurezza sono intervenute e sono stati segnalati spari in diverse zone di Juba. La presidenza del Sud Sudan ha rinnovato un appello alla calma, sottolineando la necessità di evitare ulteriori violenze.