Libia: il governo Bashagha ottiene la fiducia, ma Dbeibah non molla

di claudia
bashaga dibeibah

di Tommaso Meo

La Camera dei rappresentanti libica, con sede a Tobruk, nella Cirenaica, ha concesso la fiducia al nuovo governo, guidato dall’ex ministro dell’Interno Fathi Bashagha, con una maggioranza di 92 voti su 101, anche se l’effettivo raggiungimento del quorum è stato contestato dagli osservatori e da alcuni membri del parlamento.

Bashagha era stato incaricato il 10 febbraio dalla Camera di formare un nuovo esecutivo dopo il fallimento del governo di unità nazionale guidato da Abdul Hamid Dbeibah nel portare il Paese al voto a dicembre 2021 come previsto dall’accordo politico sostenuto dalle Nazioni Unite.

Il nuovo premier e la sua squadra di governo, che giureranno giovedì 3 marzo a Tobruk, avranno il compito di condurre il Paese alle elezioni presidenziali e legislative entro un massimo di 14 mesi, secondo la nuova road map approvata dal parlamento. Il nuovo governo comprende tre vice primi ministri, 29 ministri e sei ministri di Stato.

Nonostante la fiducia concordata a Bashagha, Dbeibah ha ribadito che il suo governo resterà al potere. Il vecchio primo ministro ha denunciato la mossa della Camera come “un pasticcio e una fabbricazione” sostenendo che le manovre di Tobruk e del presidente del parlamento Aguila Saleh violino l’accordo politico libico e minaccino di gettare di nuovo la Libia nel caos. Dbeibah ha più volte rifiutato di farsi da parte, impegnandosi a mantenere il potere fino allo svolgimento delle elezioni, proponendo giugno come data.

Anche l’Alto consiglio di Stato con sede a Tripoli ha bocciato l’investitura di Bashagha. In una breve dichiarazione sulla sua pagina Facebook ha rinnovato il suo rifiuto dei passi “unilaterali” che avrebbe adottato la Camera dei rappresentanti conferendo l’incarico al nuovo premier.

Bashagha si è invece mostrato ottimista. In un video messaggio su Facebok ha affermato di avere avviato tutte le misure legali e amministrative, nonchè i contatti e gli accordi con gli apparati militari e di sicurezza per un passaggio di potere pacifico con il vecchio esecutivo. Il primo ministro ha detto che il suo governo lavorerà con la Camera, l’Alto consiglio e il Consiglio presidenziale per l’interesse della Libia e dei libici. Ha anche ringraziato la missione di supporto delle Nazioni Unite in Libia per il sostegno e ha auspicato la cooperazione per il completamento del lavoro costituzionale, lo svolgimento di elezioni, il raggiungimento della riconciliazione nazionale e l’unificazione delle istituzioni statali.

Molti analisti temono invece che in questa situazione il giuramento di un nuovo governo potrebbe portare a due amministrazioni parallele e a maggiori divisioni, se non a scontri armati, allontanando di nuovo il tanto atteso processo di riunificazione del Paese.

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