Ghana: la famiglia del defunto attivista sociale “Kaaka” sfiducia la commissione d’inchiesta

di claudia

La famiglia del defunto attivista sociale, Ibrahim Muhammed, alias Kaaka, la cui uccisione ha scatenato nei giorni scorsi una drammatica protesta a Ejura, nella regione di Ashanti, ha scritto alla commissione d’inchiesta che si sta occupando del caso per far sapere che non prenderà parte alle udienze in corso.
La famiglia ha spiegato che gli eventi degli ultimi giorni li hanno lasciati “meno sicuri della portata, dell’obiettivo, dell’intento reale e persino dell’utilità dell’indagine in corso”. I rappresentanti della famiglia avrebbero dovuto comparire oggi insieme ad altri testimoni.

La dichiarazione firmata dal portavoce della famiglia, Nafiu Mohammed, riporta che la famiglia si sente delusa dal lavoro del comitato negli ultimi due giorni, aggiungendo che quella che speravano potesse essere “un’opportunità necessaria per la verità e la ricerca delle responsabilità istituzionali nella violenza autorizzata dallo stato”, non ha soddisfatto le loro aspettative.
La famiglia ha comunque espresso il proprio apprezzamento al presidente Nana Akufo-Addo per la sua decisione di incaricare il ministro dell’Interno, Ambrose Dery, di istituire una commissione d’inchiesta.
La famiglia ha anche osservato che la sua decisione si basa in parte sulla consulenza legale che ha ricevuto in merito al lavoro del comitato.

“Dopo aver cercato e ottenuto una consulenza legale indipendente in merito al lavoro del Comitato e ai nostri diritti nei confronti del Comitato, siamo diventati preoccupati della regolarità sostanziale e procedurale del lavoro del Comitato”, hanno scritto nella lettera.
“Siamo anche preoccupati che il lavoro del Comitato non fornisca il quadro appropriato per un’indagine completa, fedele e imparziale”. La famiglia ha in particolare accusato la commissione d’inchiesta di aver deliberatamente tentato di separare la figura di Kaaka dal movimento #FixTheCountry, criticando sfavorevolmente la copertura mediatica in diretta dei disordini che ne è seguita e indicandola come responsabile di quella che è stata definita “la condotta criminale delle forze di sicurezza”.

La commissione di inchiesta, formata dal giudice della Corte d’appello George Kingsley Koomson (foto di apertura) che è anche presidente del comitato dall’analista della sicurezza Vladimir Antwi-Danso e dalla direttrice esecutiva di Penplusbytes, Juliet Amoah, è entrata in funzione il 5 luglio e ha avuto da quel momento dieci giorni di tempo per fare gli accertamenti e consegnare una relazione. La minoranza parlamentare ha contestato da subito l’istituzione di questa commissione, dicendo che dal loro punto di vista “non è abbastanza buona”. Il leader della minoranza Haruna Iddrisu, ha detto nel corso di una conferenza stampa che la minoranza vuole una commissione d’inchiesta ai sensi dell’articolo 278 della Costituzione del 1992 del Ghana. Secondo la minoranza ci sono state delle responsabilità da parte delle agenzie di sicurezza dello Stato, che devono essere accertate con il massimo rigore e il rischio legato a una commissione ministeriale è che le istituzioni finiscano con l’autoassolversi.

L’attivista Ibrahim Muhammed, conosciuto come Kaaka, è morto il 27 giugno dopo essere stato attaccato due giorni prima da un gruppo di persone mentre rientrava a casa in moto a Ejura. Si presume che sia stato ucciso a causa del suo attivismo sociale, che secondo alcuni stava rendendo impopolare il governo. Dopo la sua sepoltura, alcuni residenti di Ejura hanno iniziato una protesta di strada, ma sono stati affrontati da polizia armata e personale militare. Nel corso degli incidenti sono morte altre due persone che sarebbero state colpite dai soldati. 

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