Precipita la situazione nel Tigray. E l’Unhcr lancia un nuovo allarme

di Valentina Milani

L’Unhcr, ha definito la situazione nel Tigray “molto grave e molto urgente” invocando, in un post pubblicato sulla sua pagina Twitter, un sostegno prima che la situazione peggiori e riportando la testimonianza del direttore dell’Unhcr, Filippo Grandi, che ha concluso ieri la sua visita in Etiopia: “Alcuni aiuti stanno arrivando ma bisogna raggiungere i più bisognosi. La priorità dell’Unhcr è l’accesso ai civili, comprese le decine di migliaia di rifugiati eritrei”.

Nel corso della conferenza stampa tenuta ad Addis Abeba, Grandi ha detto che la situazione umanitaria nel Tigray è estremamente grave sottolineando che le persone hanno bisogno di tutte le forme possibili di sostegno: generi alimentari, articoli non alimentari, medicine, acqua pulita, riparo. “La chiusura del sistema bancario, del sistema di telecomunicazione ha aumentato le difficoltà di migliaia di persone, quindi il ripristino dei servizi è una priorità molto grande per le Nazioni Unite”, ha affermato, come si legge in una nota dell’Unhcr.

L’agenzia dell’Onu ha anche sottolineato che sono almeno 20.000 i rifugiati eritrei di cui si sono perse le tracce dopo che due campi profughi nella regione etiope del Tigray sono stati distrutti durante il conflitto che ha avuto luogo lo scorso novembre. I profughi dispersi sono fuggiti dai campi di Hitsats e Shimelba, rimasti distrutti nelle ostilità tra forze armate etiopi e truppe leali al Fronte di liberazione del popolo tigrino (Tplf), il partito che controllava la regione. Circa 3.000 delle persone che erano ospitate nelle due strutture hanno trovato riparo nel campo di Mai Aini, più a sud sempre nel Tigray.

Secondo i dati Onu, il conflitto nel Tigray ha causato oltre 100.000 rifugiati, di cui circa 60.000 sarebbero fuggiti in Sudan. (AGI)

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