Etiopia: il presidente degli Usa è preoccupato per violenze e divisioni regionali

di Valentina Milani
soldati etiopia

Il presidente statunitense, Joe Biden, si è detto “profondamente preoccupato” per “l’escalation della violenza e l’inasprimento delle divisioni regionali” in Etiopia.

In una nota emessa dalla Casa Bianca, il presidente condanna come “inaccettabili” gli abusi su larga scala dei diritti umani in Tigray, “compresa la violenza sessuale diffusa”. “Le famiglie di ogni estrazione e eredità etnica meritano di vivere in pace e sicurezza nel loro Paese – continua la nota -. Le ferite politiche non possono essere sanate con la forza delle armi”. Il presidente chiede che le parti in conflitto in Tigray aderiscano a un cessate-il-fuoco, e che i reparti eritrei e le milizie amhara si ritirino.

Per evitare il ripetersi di carestie simili a quelle degli anni Ottanta, Biden chiede che le parti in conflitto consentano “un accesso umanitario immediato e senza ostacoli alla regione”. Gli Stati Uniti, inoltre, “sollecitano i leader e le istituzioni dell’Etiopia a promuovere la riconciliazione, i diritti umani e il rispetto del pluralismo”. Solo in questo modo, “si preserverà l’unità e l’integrità territoriale dello Stato e si assicurerà la protezione del popolo etiope”.

Biden auspica che “il governo dell’Etiopia e le altre parti interessate” si impegnino “in un dialogo inclusivo”. “Lavorando insieme – osserva il presidente -, il popolo etiope può costruire una visione condivisa per il futuro politico del Paese e gettare le basi per una crescita economica e una prosperità sostenibile ed equa”.

Gli Stati Uniti, conclude la nota, si impegnano ad aiutare l’Etiopia ad affrontare queste sfide, basandosi sui legami di lunga data tra le due nazioni e collaborando con l’Unione Africana, le Nazioni Unite e altri partner internazionali.

L’Etiopia sta vivendo un periodo di profonda instabilità. Nello scorso novembre, Addis Abeba ha lanciato una campagna militare nel Tigray contro il Fronte popolare di liberazione, la formazione che da anni governava la regione. Ai combattimenti hanno partecipato, oltre alle forze armate etiopi, anche le milizie amhara e soldati eritrei. Da più parti si sono levate accuse contro i combattenti per le violazioni dei diritti umani e violenze contro le donne. Parallelamente a questa crisi, l’Etiopia sta sperimentando forti tensioni delle sue componenti etniche. In particolare di quella oromo da sempre tenuta ai margini della vita politica ed economica etiope. Nonostante l’ascesa del premier Abiy Ahmed, un oromo, abbia destato grandi speranze, continuano le tensioni con le altre etnie. Tensioni che potrebbero far scricchiolare la fragile costruzione federale etiope.   

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