Etiopia, Guterres: “le espulsioni degli operatori Onu sono illegali”

di claudia

Antonio Guterres, Segretario generale delle Nazioni Unite, ha criticato l’Etiopia per aver espulso gli operatori umanitari e ha esortato il governo a permettere che gli aiuti raggiungano le centinaia di migliaia di persone nel nord devastato dalla guerra che rischiano di morire di fame.

Guterres, in un intervento al Consiglio di Sicurezza, si è scagliato contro l’“espulsione senza precedenti” da parte dell’Etiopia di sette alti funzionari delle Nazioni Unite e per aver bloccato i convogli di camion di cibo, carburante e medicinali diretti a nord verso i sette milioni di persone bisognose.

Addis Abeba la scorsa settimana ha accusato i sette membri dello staff delle Nazioni Unite di “ingerenza” negli affari etiopi e ha concesso loro 72 ore per lasciare la nazione. L’Onu afferma che ora i sette sono usciti dal Paese, ma che la mossa dell’Etiopia è “illegale”. Guterres ha invitato l’Etiopia a trattare i dipendenti delle Nazioni Unite con “dignità e rispetto” in modo che possano “sostenere milioni di persone bisognose di assistenza umanitaria”.

“Chiedo ora alle autorità etiopi di consentirci di farlo senza ostacoli e di facilitare e consentire il nostro lavoro con l’urgenza che questa situazione richiede”, ha affermato Guterres. Secondo il Segretario generale delle Nazioni Unite, ciò significa garantire che i visti per il personale dalle Nazioni Unite e dai partner vengano rilasciati “rapidamente” in modo da “poter aumentare la nostra capacità”.

Gutrerres ha affermato infine che accusare i funzionari delle Nazioni Unite e dichiararli “persone non grate” è una violazione della Carta delle Nazioni Unite.

Questa era la seconda riunione di emergenza del Consiglio di sicurezza in meno di una settimana sul tema dell’Etiopia. Nella precedente riunione del consiglio di venerdì, i membri non hanno potuto concordare una dichiarazione proposta dall’Irlanda a causa dell’opposizione di Cina e Russia, che affermano che la guerra civile dell’Etiopia è una questione interna.

La regione da undici mesi è teatro di un sanguinoso conflitto tra le truppe di Addis Abeba e il Fronte popolare di liberazione del Tigray, che rivendica l’indipendenza dal resto dell’Etiopia. I resoconti degli operatori umanitari sono allarmanti. Uomini in uniforme violentano donne e ragazze, persino bambine.
La guerra, che a detta di Abiy Ahmed, premier etiope e protagonista di questo conflitto, sarebbe dovuta terminare in poche settimane, in realtà continua e ha provocato la fuga di migliaia di persone dalle loro case. Oltre 70.000 tigrini sono oggi nelle regioni al confine con il Sudan.

I militari impediscono da mesi la distribuzione di cibo e aiuti e milioni di persone rischiano di morire di fame. Per evitare “una enorme tragedia”, Guterres ha chiesto personalmente al governo etiope di non ostacolare più il lavoro umanitario.

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