Costa d’Avorio, la Corte penale internazionale rifiuta la richiesta di risarcimento a Blé Goudé

di claudia
Charles Blé Goudé

Il leader politico ivoriano Charles Blé Goudé non riceverà alcun risarcimento per gli otto anni che ha trascorso all’Aia. Come riferisce la stampa locale e internazionale, i giudici della Corte penale internazionale (Cpi) hanno respinto la sua richiesta ieri. Assolto definitivamente dai crimini contro l’umanità alla fine di marzo 2021, l’ex leader dei Giovani Patrioti chiedeva infatti al tribunale quasi 820.000 euro di danni.

Come ricorda Radio France Internationale, la Cpi non ha mai concesso risarcimenti a persone assolte e impone standard molto alti per ottenerli. In questa decisione, i giudici scrivono che Charles Blé Goudé non è stato vittima di un’azione penale dolosa e che il fallimento dell’accusa non significa che ci sia stato un errore giudiziario.

Sempre Rfi fa sapere che Goudé non può ancora lasciare liberamente i Paesi Bassi a causa della mancanza di un passaporto. Un passaporto che le autorità ivoriane non hanno ancora rilasciato. “Una situazione che sfugge al controllo della Corte”, hanno scritto i giudici i quali – precisa Rfi – hanno tuttavia chiesto alla cancelleria di “aiutare il ricorrente a rientrare rapidamente in Costa d’Avorio”, e nel frattempo di ottenere dai Paesi Bassi la revoca, almeno parziale, delle misure imposte alla persona assolta. Fino all’ottenimento della revoca, Charles Blé Goudé continuerà a fare rapporto alla polizia olandese ogni settimana.

In Costa d’Avorio, il 31 dicembre 2019, il tribunale penale di Abidjan condannato Charles Blé Goudé a 20 anni di reclusione, 10 anni di privazione dei diritti civili, 200 milioni di franchi Cfa (300.000 euro) di danni da pagare alle vittime. È stato accusato dai tribunali ivoriani di “atti di tortura, uccisioni intenzionali e stupri”.

Il leader del Cojep – Congresso panafricano dei giovani patrioti – già stretto alleato dell’ex presidente Laurent Gbagbo, era stato arrestato mentre si era rifugiato in Ghana nel 2013 ed era stato trasferito nel 2014 all’Aia, per affrontare dal 2014 un lungo processo dal quale è stato prosciolto in primo grado nel 2019 e in appello il 31 marzo 2021, data alla quale Goudé e Gbagbo hanno ritrovato la libertà, ma all’ex ministro della Gioventù, della formazione professionale e dell’occupazione, non è stato ancora consegnato un passaporto che gli possa consentire il ritorno in Costa d’Avorio

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