Cooperazione addio? L’attacco delle ong al governo

di Redazione Africa
cooperazione internazionale

“Mai come ora lo stato della cooperazione italiana allo sviluppo può definirsi comatoso”: comincia con queste parole il comunicato diffuso dalla rete di organizzazioni non governative (ong) e della società civile (osc) Associazione Ong Italiane (AOI), Coordinamento Italiano Ngo Internazionali (CINI) e LINK2007 cooperazione in rete per commentare la legge di bilancio in via d’approvazione al Parlamento italiano.

Nel comunicato, la rete di ong e osc italiane evidenzia come a cinque anni di distanza dall’approvazione della Legge n. 125 del 2014 che si impegnava a rilanciare la cooperazione allo sviluppo gli impegni promessi restino invece ancora solo sulla carta.

Secondo i dati resi noti, gli investimenti previsti dallo Stato italiano a favore delle attività di cooperazione allo sviluppo si sono ridotti dai 5,19 miliardi di euro del 2017 a 4,15 miliardi nel 2018.

Un dato che evidenzia con chiarezza come il rapporto fra Aiuto Pubblico allo Sviluppo e ricchezza nazionale si terrà con ogni probabilità sotto la soglia dello 0,25%, una percentuale distante anni luce dall’obiettivo dello 0,70% da raggiungere entro il 2030.

Le osservazioni di AOI, CINI e Link2007 – che si sono impegnate affinché il DdL Bilancio contenesse maggiori risorse e misure che rilanciassero lo stato della cooperazione allo sviluppo italiana, concentrandosi in particolare sull’adeguamento degli stanziamenti per l’APS, il trasferimento dal Ministero degli Interni al Ministero degli Esteri e Cooperazione dei fondi non impegnati nell’accoglienza dei migranti, ed il completamento degli organici per la piena operatività dell’Agenzia Italiana per la Cooperazione (Aics) – fanno il paio con un editoriale pubblicato a inizio dicembre sul sito Info-Cooperazione in cui ci si interrogava sullo scarso successo dei primi due bandi promossi dall’Aics per selezionare iniziative imprenditoriali innovative da realizzare nei Paesi partner di cooperazione per il perseguimento degli Obiettivi di sviluppo sostenibile, il cosiddetto “Bando profit” della Cooperazione.

In quel testo gli operatori del settore notavano come, a fronte di un un crescente interesse del mondo imprenditoriale nell’ottica della cooperazione testimoniato dal moltiplicarsi di iniziative dedicate all’internazionalizzazione delle imprese italiane verso i Paesi partner della cooperazione, gli strumenti messi sinora in campo dai soggetti preposti a guidare la strategia nazionale di cooperazione allo sviluppo risultino di fatto inefficaci e inadatti a rispondere alle esigenze dei potenziali beneficiari.

Con il voto di fiducia sulla Legge di Bilancio 2020 dell’Aula del Senato, le centinaia di organizzazioni aderenti ad AOI, CINI e Link2007 prendono atto di un ulteriore disimpegno istituzionale nel settore, chiedendo al governo e alle forze politiche rappresentate in Parlamento impegni seri per rilanciare il ruolo dell’Italia come attore solidale e di sviluppo.

[Redazione InfoAfrica]

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