Conflitto ucraino, i fattori gasdotto e dollaro secondo giornalista tunisino

di claudia

Il conflitto in atto in Ucraina ha come filo conduttore interessi gasieri, petroliferi e geostrategici, legati alla Nato e al dollaro: questa lettura è stata proposta dal giornalista di origine tunisina Tarek Mami, presidente di Radio France Maghreb 2, durante un approfondimento del canale Afrique media Tv, una tivù panafricana basata in Camerun, dalla linea editoriale filo-russa, dedicato alla situazione in atto tra la Russia, la Nato, l’Europa e l’Ucraina.

“Se vi dicono Ucraina, potete rispondere tranquillamente gas e dollari”, ritiene Mami, secondo il quale gli Stati Uniti sono interessati a un maggiore controllo sull’Europa.

Secondo Tarek Mami, il nodo sta nel “gasdotto Nord Stream 2, costruito ma non in funzione, che non attraversa il territorio ucraino ma va direttamente tra la Russia e la Germania. Se questo gasdotto verrà attivato, i tedeschi riceveranno un gas che viene da vicino, a un costo minore, l’economia tedesca diventerà ancora più fiorente, gli acquisti non saranno in dollari, il dollaro perderà ancora valore e peso negli scambi globali”. I tedeschi a quel punto – è l’ipotesi del giornalista –  potrebbero rivendicare relazioni pacifiche con la Russia, dire che non servono più le basi Nato e Usa sul proprio territorio. Un punto, secondo Mami, sul quale non c’è assolutamente accordo da parte delle forze di difesa del blocco occidentale. Per quanto riguarda la fornitura di gas, sostiene ancora l’analista, gli americani propongono il loro gas di scisto che costa però il triplo.

Evocando l’origine del conflitto in Siria, Tarek Mami sostiene che anche quella sia stata legata a un problema di gasdotto. “Era stato proposto al presidente siriano Bashar al Assad un gasdotto proveniente dall’Iran per andare fino all’Europa senza attraversare la Turchia, ma il Mediterraneo, e un altro gasdotto dal Qatar, attraverso la Turchia per arrivare in Europa. Assad preferì il gasdotto iraniano. È da lì che è iniziato il conflitto, perché gli occidentali non vogliono un gasdotto iraniano. La tariffa sarebbe stata fissata dall’Iran, di concerto con la Russia, il ché avrebbe portato un’autonomia alla regione. Al contrario, il gasdotto dal Qatar sarebbe stato controllato dall’Europa e quindi dagli Stati Uniti, e avrebbe contrastato l’emancipazione russa in questo ambito”.

Il giornalista ha ricordato inoltre i bombardamenti statunitensi e della Nato sul Kosovo, gli interventi in Iraq, in Libia, e in Siria. “Quello che hanno fatto gli americani è quello che sta facendo oggi la Russia. Con una grande differenza, cioè che la Russia ha una storia particolare con l’Ucraina, che una volta apparteneva al suo territorio e da anni ha chiesto di trovare una soluzione, contrariamente alla strategia degli americani che hanno distrutto l’Iraq o la Libia”.

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