L’episodio più recente risale a domenica scorsa: nove persone, tra cui una bambina di 6 anni, sarebbero stati uccisi domenica 10 gennaio a Mautu, localitĆ della regione anglofona del Sudovest, da uomini in divisa. La popolazione accusa i militari (si tratterebbe tra l’altro del secondo attacco a questo villaggio nel giro di due mesi); il governo sostiene che i ribelli avrebbero inventato tutto.
Questo e altri episodi analoghi nelle regioni anglofone del Camerun hanno riacceso lāattenzione su un conflitto che va avanti ormai da diversi anni e che non sembra sopirsi. Il conflitto che coinvolge combattenti della comunitĆ anglofona (circa il 20% della popolazione), nasce dalle rivendicazioni della minoranza accusa il governo centrale, francofono, di trascurare e marginalizzare, sia economicamente, che politicamente, che nella pubblica amministrazione, le antiche regioni sotto tutela britannica, il Northern e il Southern Cameroon. Ć in queste regioni che trova leve il principale partito dāopposizione, il Social democratic front (Sdf), fondato a Bamenda nel 1990. Il passo verso la ribellione armata, stanca dellāinefficienza della politica, ĆØ avvenuto sulla scia di rivendicazioni degli avvocati e degli insegnanti, che segnarono la fine del 2016.
Attacchi contro obiettivi mirati, rapimenti di personalitĆ rappresentative del potere centrale, hanno dato vita a un braccio di ferro con lāesercito che ha messo a repentaglio i civili, provocato una crisi umanitaria e distrutto lāeconomia locale. Il primo ottobre 2017, i vari gruppi di separatisti radicali, che nelle campagne e nei quartieri popolari trovarono giovani pronti a combattere, proclamarono la nascita simbolica dello Stato indipendente dellāAmbazonia. La data del 1° ottobre era stata scelta perchĆ© coincide con la nascita della Repubblica federale del Camerun dopo la riunificazione del Camerun francese e del Southern Cameroon britannico, retaggio dalla prima guerra mondiale.
Dopo due anni di pugno duro, il presidente Paul Biya organizzò un grande dialogo nazionale. Tenutosi circa un anno fa, diede speranze per un cammino verso la pace, purtroppo non avvenuta. Il governo sembra rimanere convinto che può eliminare la ribellione con la forza, mentre tentativi giĆ messi in atto, tra cui unāiniziativa per il disarmo e il reintegro dei combattenti, sono falliti. Dimenticata da molti, la crisi ĆØ ancora aperta e farne le spese sono i civili. Vittima emblematica di questa situazione ĆØ la scuola, che da circa quattro anni funziona solo al 15% delle proprie capacitĆ , lasciando bambini e ragazzi privi dāistruzione mentre insegnanti sono stati spinti alla fuga o addirittura uccisi. Ad un entusiasmo iniziale della popolazione nei confronti dei separatisti ĆØ seguita la delusione, dovuta alla violenza che anchāessi hanno usato, e la frustrazione di trovarsi nel mezzo di questo braccio di ferro.