Burkina Faso, cosa cambia con la mobilitazione generale

di claudia

Sono stati diffusi dai media nazionali i dettagli del decreto di mobilitazione generale firmato dal presidente della transizione burkinabé, Ibrahim Traoré, lo scorso mercoledì. Queste disposizioni legislative consentono alle autorità di adottare misure eccezionali in nome della sicurezza nazionale e forniscono il quadro giuridico per la strategia militare nella lotta al terrorismo.

Le autorità militari burkinabé stabiliscono “il diritto di ricorso alla difesa” da parte della popolazione civile e il fatto che “i giovani a partire dai 18 anni, fisicamente idonei, possono essere chiamati ad arruolarsi”. Le popolazioni civili potranno “organizzarsi” in milizie, “sotto la supervisione delle forze di difesa e sicurezza, per difendere la propria località da qualsiasi forma di minaccia” anche se, secondo Rfi, il testo del decreto non stabilisce la forma di tale vigilanza, né la natura dei mezzi messi a disposizione delle popolazioni per difendersi.

È stata inoltre istituita una commissione, presieduta dal ministro della Difesa e cui partecipano i governatori regionali, che potrà stabilire quali beni e servizi requisire per ragioni militari e di sicurezza: le autorità chiedono la solidarietà dei burkinabè, che possono contribuire allo sforzo bellico attraverso “iniziative private”.

Infine, nelle aree di operazione, il comando militare sarà “responsabile dell’ordine pubblico” accanto alle autorità civili. “I diritti e le libertà individuali possono essere limitati”, ad eccezione dei diritti fondamentali come il diritto alla vita o il diritto a non essere sottoposto a tortura o trattamento inumano.

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