Bosco Ntaganda, l’ora della giustizia

di Enrico Casale
Bosco Ntaganda

I giudici della Corte penale internazionale emetteranno a breve il verdetto sul caso di Bosco Ntaganda, war lord congolese soprannominato «The Terminator». Ex bambino soldato, Bosco Ntaganda è accusato di aver commesso crimini contro l’umanità nel corso della guerra che ha insanguinato la Rd Congo nel 2002 e nel 2003. I giudici lo ritengono responsabile di 13 capi di accusa, tra i quali omicidio e stupro. L’ex comandante delle milizie nega tutte le accuse.

Ntaganda fu rapito da bambino e fu addestrato ad essere un soldato. I suoi avvocati hanno chiesto ai giudici di trattarlo non come un Signore della guerra, ma come vittima di circostanze nate in un conflitto che ha causato decine di migliaia di morti.

Al contrario, il pubblico ministero ha sostenuto che le sue vicende personali non lo sollevano dalla responsabilità per gli attacchi spietati commessi in età adulta. La lista delle accuse è lunga e straziante: donne e giovani ragazze violentate o tenute come schiave sessuali, civili uccisi, bambini arruolati delle forze ribelli e mandati a combattere in prima linea.

Questo caso è molto importante per le migliaia di sopravvissuti nell’Est della Rd Congo che chiedono giustizia per le migliaia di persone uccise. Le loro speranze sono nelle mani dei giudici de L’Aia.

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