Assirì ne fa di tutti i colori, mascherine comprese

di Stefania Ragusa

Si chiama “Assirì”, ovvero “nodo” in lingua djula, la sartoria eco-etica della cooperativa sociale DI TUTTI I COLORI di Occhiobello (Ro). Si chiama così per diverse ragioni.
Il nodo ha una forza evocativa importante: rappresenta l’intreccio, è l’immagine di qualcosa in grado di trasformarsi e rigenerarsi dando vita a forme nuove, è l’icona della possibilità di essere resistentissimo e flessibile allo stesso tempo (si pensi ai nodi marinareschi).
In molte culture, inoltre, il nodo è simbolo di vita e continuità tra l’essere umano, il divino (non religiosamente inteso) e la natura. Infine il nodo richiama anche il senso del tempo trascorso in mare (l’unità di misura marittima è appunto il “nodo”) e ci ricorda da dove nasce questa storia: dalla traversata del Mediterraneo.

Kone Bakary

La sartoria nasce dall’incontro tra Kone Bakary, un richiedente asilo di origine ivoriana e gli operatori della cooperativa che gestisce il progetto di accoglienza. Nella casa in cui Kone fu ospitato era “parcheggiata” da tempo una macchina da cucire. Una casualità fortunata, perché non appena Kone la vide chiese filo e tessuti ed iniziò a creare. Dopo due anni, e grazie ad un contributo del Social Day, ha preso vita questo progetto, figlio della passione e della fiducia.
La sartoria un’attività, un lavoro ma anche un ponte verso l’inclusione sociale, la crescita professionale e relazionale, e sempre con uno sguardo all’ecologia ed all’etica.
Il progetto ha infatti l’ambizione di fondarsi su quattro pilastri: mescolanza, ecologia, eticità e personalizzazione.
I prodotti sono frutto di un’attenta ricerca e della fusione di stili in grado di rispondere alle esigenze pratiche ed estetiche di una clientela variegata. Sono pensati per chi ama l’etnico tout-court ma anche per chi preferisce linee più classiche o mescolate.
I prodotti sono fatti artigianalmente, utilizzando anche stoffe di riuso e riciclo recuperate da scarti industriali – altrimenti destinati allo smaltimento – o stoffe invendibil. In queste operazioni di recupero, il progetto è stato aiutato anche da realtà del territorio come Emmaus e La Fraternità. Il packaging è minimale, l’impatto ambientale ridotto al minimo grazie l’utilizzo di materiale riciclato e di scatole per le spedizioni che vengono chiamate dagli operatori “brutte ma buone”.
E perché questo progetto può definirsi etico? Perché la cooperativa garantisce il Giusto compenso, equo trattamento dei lavoratori e tutti i guadagni vengono reinvestiti in progetti sociali. Inoltre era già stato avviata una collaborazione con una realtà del Senegal, molto attiva nel sociale (soprattutto nell’ambito delle politiche di genere e della prevenzione sanitaria), per l’acquisto di stoffe tinte in modo naturale, ma purtroppo il Covid ha imposto una battuta d’arresto a questa idea che non attende altro che di potersi concretizzare.
Infine i ragazzi del progetto, Kone, Francesca, Elisa, Giulia e Adriana, sono fermamente convinti che il valore aggiunto stia nella personalizzazione: «Ogni persona è unica e originale, così come i nostri prodotti», ricorda Kone, sarto e stilista. «Per questo i nostri clienti possono scegliere modelli, stoffe, stili, per poter avere un prodotto originale che possa raccontare qualcosa di sé o che possa sbalordire chi riceve un regalo». «Sei romantico, audace, eccentrico, classico? I nostri prodotti vogliono essere un’estensione dell’IO e accompagnare i nostri clienti nella loro quotidianità».

Da poco la cooperativa ha avviato una produzione di mascherine igieniche destinate alla protezione del viso, grazie ad un progetto partito sotto la guida di Legacoop Veneto e la cooperativa Quid di Verona. Le mascherine sono ecologiche (lavabili almeno 100 volte) e hanno un doppio trattamento, antimicrobico e waterproof per ridurre ulteriormente i rischi. “«All’inizio non volevamo inserirrci in questo mercato per timore di vendere prodotti che non avessero un effettiva utilità» sostiene Francesca, la project manager. «Poi abbiamo approfondito e abbiamo trovato questo materiale che ci consente di vendere un prodotto bello e utile, e abbiamo iniziato a produrlo, con un discreto successo, per tutte le età (dai 2 ai 150 anni). Sperando che questo periodo passi presto e si possa tornare a progettare, immaginare, condividere».
Il progetto e i prodotti sono online sul sito, e sui social: facebook e Instagram.

(Francesca De Luca)

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