a cura di Claudia Volonterio
Esistono diverse possibilità per acconciare i capelli “afro”, tecniche depositarie di tradizioni e culture antiche. Nel passato un determinato intreccio poteva indicare lo stato sociale, il gruppo etnico di appartenenza, lo stato civile di una persona e persino la sua professione o ruolo all’interno della comunità.
Oggi vi parliamo dell’acconciatura Amasunzu, tradizionalmente portata dagli uomini ruandesi e dalle donne non sposate, molto in voga tra gli anni Venti e gli anni Trenta del Novecento. Come si può notare dalle foto, i capelli venivano modellati in creste o spicchi molto simili a mezzelune.


Scolpire i capelli in questo modo non era solo una scelta estetica, ma indicava un preciso significato sociale. Per gli uomini, l’Amasunzu era simbolo di prestigio, potere, coraggio e nobiltà. Chi non indossava questa pettinatura veniva guardato con sospetto, riportano vari siti specializzati. Le giovani donne non sposate tra i 18-20 anni la portavano per segnalare che erano in età da matrimonio.
Esistevano diverse varianti, circa una trentina, di questa acconciatura ruandese scenografica e incredibile. L’Amasunzu veniva creata tagliando i capelli in due sezioni e facendoli crescere ai lati in elaborate forme scultoree.

Secondo l’artista teatrale e cinematografico John Kennedy Mazimpaka, riporta All Africa, erano nate addirittura delle competizioni per decretare chi avesse il miglior Amasunzu. “I giovani erano sempre molto ansiosi di essere abbastanza grandi per sfoggiare lo stile”, ha sottolineato.
Sempre secondo Mazimpaka l’interesse per questa antica acconciatura oggi si sta risvegliando. Anche se non è più diffusa, non è scomparsa del tutto. Basti pensare a quella sfoggiata da Lupita Nyong’o alla cerimonia degli Oscar nel 2018 (nella foto a sinistra). Si tratta di una versione “più morbida” senza il taglio completo, ma con un prezioso filo dorato che ne esalta le strutture a mezzaluna.