16/09/13 – R.D. Congo – Incidente al confine, accuse tra Kinshasa e Kigali

di AFRICA

Sale la tensione al confine tra Repubblica democratica del Congo e Rwanda dopo un incidente tra le forze armate dei due paesi ancora tutto da chiarire. Diametralmente opposta è la versione dei fatti presentata da Kinshasa e da Kigali che si accusano a vicenda riguardo a un militare congolese prelevato lungo il confine della ricca e instabile provincia mineraria del Nord Kivu.

Secondo il portavoce dell’esercito regolare congolese (Fardc), il luogotenente-colonnello Olivier Hamuli, “il sergente Mulanga Kusakala tornava da una visita alla famiglia e, mentre camminava in zona neutrale al confine tra i due paesi è stato rapito da tre poliziotti ruandesi che lo hanno trascinato nel territorio vicino”. Il luogo del presunto rapimento sarebbe stato una strada lunga tra cinque e sette metri che segna la frontiera. Hamuli ha chiesto che il Meccanismo di verifica congiunta (Jvm), incaricato di monitorare il confine poroso ed instabile, chiarisca la vicenda. A Goma, capoluogo del Nord Kivu, la gente ha accolto con sdegno l’episodio che ha coinvolto un esponente delle Fardc, considerato una “provocazione” da parte del Rwanda.

Con un comunicato diffuso sul sito internet del ministero della Difesa, Kigali sostiene invece di aver arrestato il sottoufficiale congolese “pesantemente armato, vestito in divisa da combattimento e che trasportava materiale militare” nel distretto ruandese di Rubavu, città gemella di Goma, poiché “stava svolgendo attività sospette”.

Da ieri pomeriggio centinaia di manifestanti congolesi hanno raggiunto la zona, spingendo le autorità a chiudere per alcune ore i due posti di controllo del confine tra Goma e Gisenyi mentre le Fardc hanno dispiegato rinforzi. Nelle ultime settimane il confronto diplomatico e militare tra Congo e Rwanda si è  deteriorato con la ripresa degli scontri tra l’esercito di Kinshasa, sostenuto dalla locale missione Onu (Monusco), e la ribellione del Movimento 23 marzo (M23), attiva nella zona da maggio 2012. Kigali ha accusato Kinshasa di aver volontariamente colpito con decine di colpi d’obice il territorio ruandese di Gisenyi e ha rafforzato il proprio dispositivo di sicurezza al confine, temendo “una regionalizzazione” del conflitto del Nord Kivu.

Da mesi rapporti diffusi dall’Onu e da diverse organizzazioni non governative accusano il Rwanda e l’Uganda di sostenere militarmente ed economicamente la ribellione dell’M23. In Nord Kivu è anche attiva la ribellione hutu ruandese delle Forze democratiche di liberazione del Rwanda (Fdlr) ricercata da Kigali per il suo coinvolgimento nel genocidio del 1994.

Il riaccendersi delle tensioni armate e diplomatiche si verifica mentre il governo congolese e l’M23 sono impegnati in colloqui ripresi la scorsa settimana a Kampala dopo mesi di stallo e dietro pressioni della comunità internazionale per firmare un accordo di pace. – Misna

 

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