11/07/13 – R.D. Congo – Scontri in Nord Kivu, coinvolti anche ribelli somali

di AFRICA

 

Mentre è in corso il dispiegamento della brigata di intervento speciale dell’Onu, attacchi e scontri sono ripresi su più fronti nella ricca provincia mineraria del Nord Kivu, confinante con Rwanda e Uganda.

Nella località di Kanyaruchinya, a quattro chilometri dal capoluogo regionale di Goma, una posizione della ribellione del Movimento del 23 marzo (M23) è stata attaccata dalla milizia locale dei Mayi Mayi Nyatura, che in un secondo tempo ha preso di mira i caschi blu della missione Onu in Congo (Monusco). Il portavoce militare dell’M23, il colonnello Vianney Kazarama, ha precisato che la ribellione ha contrattaccato, “riuscendo a respingere gli assalitori”, e gli scontri si sarebbero conclusi con quattro vittime. Secondo l’M23 nell’attacco sono stati coinvolti anche soldati di Kinshasa. Dal canto suo il portavoce dell’Onu, Martin Nesirky, ha dichiarato che a lanciare l’assalto è stato “un gruppo di una trentina di non meglio identificati uomini armati”. Con alcuni spari di avvertimento i caschi blu avrebbero cercato di respingere i miliziani, di cui quattro sarebbero rimasti feriti e sarebbero stati poi evacuati verso un ospedale di Goma. La scorsa settimana lo stesso gruppo aveva lanciato un attacco contro l’M23, sempre nella zona di Goma, causando due vittime e diversi feriti tra i civili.

Ma il riaccendersi delle violenze sta anche coinvolgendo il territorio di Beni, più a nord, dove i ribelli ugandesi Adf-Nalu sono riusciti ad avere la meglio sui soldati regolari congolesi (Fardc), prendendo per alcune ore il controllo della località di Kamango, a 80 chilometri dalla città di Beni. Anche su questo episodio circolano versioni contrastanti. Testimoni locali hanno raccontato che i ribelli ugandesi hanno attaccato la località alle 5 (ora locale) e che dopo un’ora di pesanti combattimenti con le Fardc sarebbero entrati a Kamango, occupando il centro. Fonti militari hanno invece riferito che gli scontri continuano per “neutralizzare il nemico”. Gli Adf-Nalu sostengono di essersi già ritirati da Kamango e di aver preso in ostaggio nove persone, tra cui il comandante della polizia locale, un membro della radio comunitaria di Watalinga e un capo locale con la sua famiglia.

L’emittente Radio Kivu 1 e testimoni locali citati da Radio Okapi hanno riferito che alcuni degli assalitori parlavano swahili mentre altri si esprimevano in arabo; alcuni erano in divisa militare mentre altri indossavano vestiti civili. Per le stesse fonti gli Adf-Nalu sono sostenuti da insorti somali di Al Shabaab, la cui presenza in Nord Kivu è già stata confermata la scorsa settimana dal governatore provinciale, Julien Paluku, e da fonti locali della MISNA. Secondo il sito d’informazione Afrik.com, sono i ribelli dell’M23 che “da settimane stanno reclutando miliziani di Al Shabaab attraverso il territorio del Burundi per rafforzare le proprie capacità in tecniche di guerriglia e per far fronte a future offensive della brigata di intervento Onu e delle Fardc”. Questi insorti somali, come confermato dal coordinamento della società civile di Beni, avrebbero già preso il controllo di alcune località nei giorni scorsi, tra cui quelle di Mamundioma e Totolito, e potrebbero lanciare altre offensive su Mbau e Oïcha.

Gli Al Shabaab costituiscono una nuova minaccia per la già instabile provincia del Nord Kivu dove, secondo fonti diplomatiche occidentali, è attivo un numero crescente di gruppi armati, stimato tra 80 e 120. – Misna

 

Condividi

Altre letture correlate:

Lascia un commento

Accetto la Privacy Policy

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.