05/09/13 – Egitto – Fallito attentato contro ministro interno, pugno ferro

di AFRICA

 

Alta tensione in Egitto dove il fallito attentato contro il ministro dell’Interno, Mohamed Ibrahim, risveglia timori di un possibile ritorno sulla scena del terrorismo islamico che negli anni ’90 ha scosso il Paese.

Sopravvissuto illeso all’attacco, Ibrahim ha messo in guardia contro un’ondata di terrorismo mentre il governo ha promesso di usare il pugno di ferro contro coloro che minacciano la sicurezza nazionale. L’attentato contro il convoglio del ministro e’ avvenuto stamane, intorno alle 10.30, nei pressi della sua abitazione nella zona di Nasr City. Ancora incerta la dinamica: il ministero dell’Interno ha sostenuto che l’esplosione “puo’ essere stata causata da un attentatore suicida che ha piazzato una bomba potente in una macchina”, parcheggiata al lato della strada ed esplosa al passaggio del corteo. Secondo il responsabile della sicurezza, Osama Al-Saghir, l’agguato e’ scattato poco dopo la partenza del convoglio diretto al ministero, quando una macchina che precedeva le altre e’ saltata per aria. La vettura blindata del ministro e’ anche finita sotto colpi d’arma da fuoco, ha aggiunto Saghir, affermando che “il guidatore dell’autobomba ha incontrato la sua fine e gli investigatori hanno trovato i resti di un altro corpo che stanno esaminando”. Altre fonti della sicurezza hanno parlato di 3 ordigni piazzati su una moto, esplosa al passaggio del corteo, mentre l’emittente televisiva di Stato ha riferito di una bomba lanciata dal tetto.

Secondo il ministro della Salute, Maha al Rebat, il bilancio e’ di almeno 24 feriti, sia poliziotti che civili, ricoverati in parte all’Ospedale di sicurezza medica nel quartiere di Nasr City e in parte al centro medico del ministero dell’Interno. Tra i civili feriti, figurano quattro somali e una cittadina britannica alla quale e’ stato amputato un piede. Quattro sono i casi gravi, con un ferito alla testa, mentre altri quattro sono gia’ stati dimessi. “Molte delle mie guardie sono state ferite”, ha riferito Ibrahim, parlando anche di un poliziotto in gravi condizioni e di un bambino che ha perso le gambe. Apparso sulla tv di Stato, poche ore dopo l’attentato, Ibrahim ha puntato il dito contro “il codardo attentato”, sostenendo di aver lanciato l’allarme su possibili attacchi gia’ nelle scorse settimane: “Avevo avvertito prima dello sgombero dei sit-in a Rabaa e Nahda (dei sostenitori pro-Morsi) che ci sarebbe stata un’ondata di terrorismo, questo era atteso”, ha affermato, sottolineando di essere stato informato di piani per ucciderlo in cui erano coinvolti “elementi stranieri” e che per questo aveva ricevuto un auto blindata dal capo delle forze armate, il generale Abdel Fattah al-Sisi.

Dura condanna dell’attentato e’ arrivata dalla presidenza egiziana, che ha assicurato che “non permettera’ che il terrorismo, sconfitto dagli egiziani negi anni ’80 e ’90, mostri di nuovo la sua faccia cattiva”, mentre l’intero governo ha promesso di “usare il pugno di ferro contro coloro che minacciano la sicurezza nazionale”. Contro l’attentato si e’ schierata anche la coalizione islamista guidata dai Fratelli musulmani di Mohamed Morsi, che per bocca di uno dei suoi leader, Amr Darrag, ha condannato duramente l’attacco. Da settimane i Fratelli musulmani, insieme agli alleati, protestano contro la destituzione di Morsi da parte delle forze armate e contro lo sgombero violento dei due accampamenti allestiti al Cairo dai suoi sostenitori, costato la vita a centinaia di persone. La coalizione anti-golpisti sostiene di essere impegnata in proteste pacifiche, ma gli analisti temono una nuova campagna terroristica, come quella che negli anni ’90 segno’ l’Egitto con attentati e omicidi. (AGI) .

 

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