04/02/2015 – Sud Sudan – I Vescovi: «Solo un governo legittimo porta pace, sviluppo e stabilità»

di Enrico Casale

“Un governo legittimo è quello capace di portare pace, sviluppo e stabilità al suo popolo” affermano i vescovi del Sud Sudan nel messaggio pubblicato al termine della loro assemblea plenaria. “Qualsiasi partito che continui a combattere la guerra contro i cittadini innocenti del Sud Sudan non ha legittimità; quando siete in guerra tra di voi, avete già perso la vostra legittimità” ammoniscono i Vescovi in riferimento alle spaccature in seno all’Splm (Movimento di Liberazione del Popolo Sudanese) che sono all’origine della guerra civile che sta devastando il Paese dal dicembre 2013, quando la fazione dell’Splm del presidente Salva Kiir ha accusato gli uomini fedeli all’ex vice presidente Riek Machar di un tentativo di golpe. Da allora si susseguono i tentativi per trovare un accordo di pace. L’ultimo è stato raggiunto domenica sera ad Addis Abeba (Etiopia). Le due parti si sono impegnate per rispettare un cessate il fuoco, ma un accordo di pace definitivo sembra ancora lontano. Un fatto stigmatizzato dai vescovi che scrivono: “Mentre alcune persone discutono ad Addis Abeba, altre sul terreno continuano a combattere e a morire”. Il messaggio esorta le parti a “fare concessioni” perché “non ci sono vantaggi politici che valgono la vita di civili innocenti, e neppure di quelle dei soldati. La Chiesa è una Madre che piange la morte di ogni figlio di Dio”.
Nel loro messaggio i vescovi lamentano che si spendono soldi per acquistare armi invece di impiegarli in attività produttive e per costruire strade, scuole, ospedali, e denunciano la militarizzazione della società che è incompatibile con una vera democrazia civile, lanciando un allarme sulla diffusione di armi sofisticate tra i civili. “Diverse comunità sono armate con armi pesanti e sofisticate. Queste continueranno a minacciare la sicurezza del Sud Sudan, anche dopo il raggiungimento di un accordo di pace” ammoniscono i vescovi, che notano come già alcuni comandanti militari lottino per una loro personale agenda politica. Nel messaggio si ricorda infine il problema dell’accaparramento delle terre che rischia di spaccare il Paese – Fides.org

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