03/10/14 – Lesotho – Al voto per la pace, la speranza dell’arcivescovo

di AFRICA

 

“La prima impressione dopo l’accordo di ieri è che la popolazione voglia andare alle urne, perché è l’unico modo che ha di far sentire la propria voce”. Così monsignor Gerard Tlali Lerotholi, arcivescovo di Maseru, descrive alla MISNA l’atmosfera nella capitale del Lesotho all’indomani della firma dell’intesa tra i leader politici nazionali che dovrebbe chiudere la crisi aperta dal presunto tentativo di golpe del 30 agosto.

Nuova convocazione del parlamento – il 17 ottobre – per approvare il bilancio, poi elezioni che il re, Letsie III, dovrebbe convocare verso la fine di febbraio: questi i punti della mediazione condotta dal vicepresidente sudafricano Cyril Ramaphosa e accettata dai politici che si erano contrapposti in queste settimane, il premier Thomas Thabane e il suo vice Mothejoa Metsing.

Ramaphosa, racconta l’arcivescovo, ha incontrato anche i rappresentanti delle Chiese del Lesotho, riuniti nel Christian Council of Lesotho (Ccl): “Abbiamo discusso delle cause del conflitto e delle possibili soluzioni”, riferisce monsignor Lerotholi, ribadendo però che ora è “la Comunità di sviluppo dell’Africa australe (Sadc) ad aver preso su di sé il peso della mediazione”.

“Spero – continua l’arcivescovo – che riusciremo finalmente a superare la crisi, che la riapertura del parlamento e le elezioni anticipate contribuiscano a costruire la strada verso la pace”. Un desiderio la cui realizzazione dipende però anche da fattori esterni, primo tra tutti il comportamento del generale ribelle Tlali Kamoli, ritenuto l’ispiratore dell’azione militare del 30 agosto.

Rimosso da Thabane dalla carica di capo delle Forze armate, il generale è accusato di tradimento ed è tuttora latitante, ma sembra che goda ancora dell’appoggio di almeno una parte dei soldati. Il nodo del comando dell’esercito non è stato affrontato dall’accordo di ieri e lo stesso Ramaphosa si è mostrato evasivo nel parlare dell’argomento. – Misna

 

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